Lo spyware israeliano Pegasus usato contro sei difensori dei diritti umani palestinesi

8 Novembre 2021

The Pegasus Project

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Un’indagine tecnica condotta da Front Line Defenders ha concluso che lo spyware Pegasus, prodotto dall’azienda israeliana NSO Group, è stato usato per intercettare le comunicazioni di sei difensori dei diritti umani palestinesi, quattro dei quali affiliati a tre delle sei Ong che il ministro della Difesa israeliano ha recentemente qualificato come “terroriste”.

Gli analisti di Front Line Defenders, contattati il 16 ottobre dall’organizzazione palestinese al-Haq, hanno analizzato 75 iPhone intestati a operatori e operatrici di sei Ong (Addameer, Difesa dei bambini, Unione dei comitati del lavoro agricolo, Centro “Bisan” per la ricerca e lo sviluppo e Unione dei comitati delle donne palestinesi, oltre alla stessa al-Haq), rivelando la presenza dello spyware Pegasus in sei di essi. Il 17 ottobre hanno informato le sei Ong.

Particolare rilevante, quattro dei sei telefoni “hackerati” usavano sim emesse da compagnie telefoniche israeliane, con prefisso telefonico +972. NSO Group in precedenza aveva dichiarato che la versione di Pegasus veduta in tutto il mondo non poteva essere usata per spiare telefoni israeliani. Dunque, dovrebbe essercene una a “uso interno”. Ma usata da chi?

Front Line Defenders, così come Amnesty International e Citizen Lab che ne hanno esaminato l’analisi tecnica e confermato le conclusioni, non è stata in grado di identificare il soggetto che ha infiltrato i sei iPhone. Ma ci sono delle ricorrenze temporali da sottolineare.

Il 16 ottobre al-Haq chiede l’intervento di Front Line Defenders. Il 17 ottobre Front Line Defenders convoca le sei Ong palestinesi e annuncia che sei loro telefoni sono stati infiltrati da Pegasus. Il 18 ottobre Israele revoca il permesso di residenza all’avvocato palestinese Salah Hammouri, uno dei sei difensori dei diritti umani spiati. Il 19 ottobre il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz dichiara che sei Ong palestinesi saranno dichiarate “terroriste”: esattamente le sei Ong incontrate da Front Line Defenders due giorni prima.

Insomma, il comportamento del governo israeliano in quel periodo desta qualche sospetto.