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Amnesty International ha chiesto ancora una volta alle autorità dello Yemen di porre fine alle uccisioni di manifestanti e ad altre violazioni dei diritti umani, per evitare ulteriore caos e il rischio di una guerra civile.
A partire dal 29 maggio, le forze di sicurezza hanno ucciso decine di persone nella città meridionale di Ta’izz, aprendo il fuoco contro i manifestanti che chiedevano le dimissioni del presidente Saleh e colpendo un improvvisato ospedale da campo allestito per soccorrere i feriti. Decine e decine di persone sono state arrestate e le tende dei manifestanti spianate o bruciate.
Negli ultimi giorni, sono riprese le violenze anche nella capitale Sana’a, dopo la rottura del cessate il fuoco tra il governo e il capo di una tribù locale.
Il governo ha infine accusato al-Qa’eda di aver preso il controllo della città di Zinjibar, da cui decine di famiglie sono fuggite in direzione di Aden.
Amnesty International ha sollecitato la comunità internazionale a rendere noto al presidente Saleh che le violazioni dei diritti umani commesse dalle sue forze di sicurezza sono del tutto inaccettabili e che non gli sarà consentito di aggirare le responsabilità per i gravi crimini che si stanno verificando da settimane sotto la sua autorità.
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