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Amnesty International ha accolto positivamente la storica decisione dell’Alta corte di Delhi che, il 1° luglio, ha decriminalizzato l’omosessualità. Secondo l’organizzazione per i diritti umani, la sentenza è un deciso passo avanti per assicurare che in India sia possibile esprimere il proprio orientamento sessuale e l’identità di genere senza timore di subire discriminazioni.
‘Questo retaggio del periodo coloniale britannico ha causato danni indicibili a generazioni di persone, in India e in altri paesi del Commonwealth‘ – ha dichiarato Madhu Malhotra, del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International.
La sentenza dell’Alta corte ha annullato, definendola discriminatoria e ‘contraria alla moralità costituzionale’, una norma britannica del XIX secolo che proibiva relazioni sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso, definite ‘rapporti carnali contro l’ordine naturale’. La legge è stata usata per colpire l’azione degli organismi impegnati nella prevenzione dell’Hiv/Aids.
‘Ora sollecitiamo il governo a occuparsi degli abusi e della discriminazione da parte della polizia e di altri pubblici ufficiali e a prendere provvedimenti per porre fine alla discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere nell’accesso ai diritti economici, sociali e culturali, come il diritto all’alloggio, al lavoro e ai servizi sociali’ – ha aggiunto Malhotra.
La sentenza dell’Alta corte ha respinto tutte le argomentazioni sostenute dal governo indiano in difesa della legge. I giudici hanno stabilito che la sezione 377 della legge, che criminalizzava l’omosessualità, rifletteva una valutazione dell’orientamento sessuale ‘in contrasto con le moderne conoscenze scientifiche e professionali’. In particolare, secondo i giudici, la tesi del governo secondo cui la legge aveva contribuito a fermare la diffusione dell’Hiv/Aids, è ‘del tutto infondata’ e ‘basata su nozioni scorrette e sbagliate’.
L’Alta corte ha riconosciuto che la sezione 377 della legge è stata usata per ‘brutalizzare’ membri della comunità gay e altri uomini che hanno relazioni sessuali omosessuali, abusi per lungo tempo documentati dai difensori dei diritti umani locali e da Amnesty International. I giudici hanno anche dichiarato che la morale popolare o la riprovazione pubblica di certi comportamenti non costituiscono una valida giustificazione per limitare diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione indiana.
In assenza di una legge che criminalizzasse gli abusi sessuali contro i minori, le autorità indiane si sono sempre basate sulla sezione 377. I giudici dell’Alta corte hanno stabilito che la sezione 377 rimane lo strumento normativo da usare in riferimento a casi di stupro e abuso contro i minori. Amnesty International sollecita i legislatori indiani a riscrivere la legge in modo da affrontare specificatamente ed efficacemente questi crimini.
Con questa decisione, l’India si aggrega alla tendenza globale verso la decriminalizzazione dell’omosessualità. Amnesty International continuerà a svolgere una campagna nei confronti dei paesi che ancora considerano l’omosessualità un reato, invitandoli a seguire l’esempio dell’India. La maggior parte delle leggi che criminalizzano l’omosessualità è in vigore nei paesi del Commonwealth.