L’uomo nero vince il premio Amnesty

12 Luglio 2022

Tempo di lettura stimato: 2'

a cura di Francesca Corbo, ufficio del portavoce

L’uomo nero” denuncia le narrative sovraniste divisive. Perché hai scelto questo tema?

È una delle mie paure più profonde: l’odio, la menzogna, la violenza, l’assenza di empatia, ogni atto e asserzione che vanno oltre ogni “ragionevole dubbio”, dove non sembra esserci uno spiraglio, una luce per capire e per capirsi. L’oscurantismo nelle sue mille facce.

Sei la prima artista ad aver vinto due volte il Premio Amnesty. Che significato ha per te?
Provo un sentimento di ammirazione e gratitudine profondo e sincero nei confronti di Amnesty per il lavoro che svolge da oltre 50 anni nel mondo; seguo le sue campagne e sono e sono stata al suo fianco in tantissime battaglie (contro la pena di morte, contro la violenza di genere, ecc.), ma non do mai per scontata l’attenzione di Amnesty (né di nessun altro) nei miei confronti, in ciò che scrivo e ogni volta mi sorprende e mi emoziona questa sua attenzione verso le mie canzoni: non siamo uguali, Amnesty è un gigante buono (per così dire) io… sono soltanto una “cantantessa”. Davvero un onore e una gioia ogni volta.

 

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