LAWILINK/Amnesty Internationa
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È il 30 novembre, manca poco alla mezzanotte: nel villaggio di Mawawa Tadala Chirwa, tre anni, dorme nel letto della nonna. Un uomo fa irruzione nell’abitazione, pugnala la bambina, le monca un braccio e fugge.
Questo è l’ultimo, terribile, esito della caccia alle persone con albinismo in Malawi i cui arti, secondo superstizioni locali, avrebbero poteri magici.
Meno di due settimane prima un bambino di due anni era scampato alla stessa sorte, nel villaggio di Phalombe, perché la madre era riuscita a metterlo in salvo prima che tre uomini sfondassero la porta di casa.
A ottobre il corpo di una persona con albinismo, morta per cause naturali, era stato riesumato per amputargli braccia e gambe.
Nonostante gli omicidi di persone con albinismo si susseguano da anni, le autorità del Malawi non hanno ancora attuato misure efficaci di protezione in loro favore. Le indagini sulle loro morti raramente portano a risultati e, in questo modo, la caccia continua nella quasi totale impunità.