Manifestanti uccisi nel Kurdistan iracheno

22 Febbraio 2011

Tempo di lettura stimato: 2'

Amnesty International ha chiesto al governo regionale del Kurdistan iracheno di porre sotto controllo le milizie affiliate ai partiti politici, che si sono rese responsabili dell’uccisione di altri due manifestanti domenica 20 febbraio.

Serkho Mohamed, 17 anni, è stato ucciso nel corso di scontri tra dimostranti antigovernativi e le milizie armate del Partito democratico del Kurdistan (Pdk) scoppiati nella città di Sulemainiya.  Un altro manifestante è deceduto poco dopo il ricovero in ospedale, dove sono stati trasferiti almeno ulteriori 30 feriti. Altri dimostranti sono stati arrestati.

Dall’inizio delle proteste, il 17 febbraio, diverse sedi del partito di opposizione Goran (‘Cambiamento) e gli uffici di una nuova emittente radiotelevisiva sono stati dati alle fiamme. Quel giorno le milizie del Pdk hanno ucciso tre manifestanti, compreso un ragazzino di 15 anni, e hanno fatto ricorso ad armi da fuoco e gas lacrimogeni nel tentativo di impedire ai manifestanti di raggiungere la sede del partito.

Il Pdk e l’Upk (Unione patriottica del Kurdistan) condividono il potere nel governo della regione semiautonoma del Kurdistan iracheno. Entrambi i partiti continuano a servirsi di milizie cui è consentito di operare virtualmente al fuori della legge e di compiere violazioni dei diritti umani con impunità.

Il 25 febbraio in tutto l’Iraq è in programma la ‘giornata della collera’ per chiedere riforme e la fine della corruzione.