Mauritania, due anni di carcere per attivisti contro la schiavitù

14 Gennaio 2015

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Il 15 gennaio il tribunale di Rosso ha condannato a due anni di carcere Brahim Bilal, Djiby Sow e Biram Ould Dah Ould Abeid, tre attivisti contro la schiavitù, dopo averli giudicati colpevoli di manifestazione non autorizzata e appartenenza a un’organizzazione non riconosciuta.

Altri sette imputati sono stati assolti. Biram Ould Dah Ould Abeid, presidente dell’Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista, vincitore del premio delle Nazioni Unite per i diritti umani nel 2013, si era candidato alle elezioni presidenziali previste a giugno.

Era stato arrestato, insieme agli altri attivisti finiti sotto processo, l’11 novembre 2014 a Rosso, nel sud del paese, al termine di una manifestazione pacifica contro la schiavitù, formalmente abolita nel paese ma di fatto ampiamente diffusa. Amnesty International ha sollecitato le autorità della Mauritania a rilasciare i tre prigionieri di coscienza.