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Amnesty International ha chiesto l’immediata fine dell’ondata di arresti di giornalisti, esponenti dell’opposizione e attivisti contro la schiavitù che è in corso in Mauritania, alla vigilia delle elezioni.
Il 7 agosto l’ex candidato alla presidenza e presidente dell’Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista (Ira) Biram Dah Abeid è stato arrestato nella sua abitazione. Il giorno dopo è stata la volta dei giornalisti Babacar Ndiaye e Mahmoudi Ould Saiboutwas, per un articolo critico nei confronti di un avvocato francese vicino al governo mauritano. Il 9 agosto è toccato a un altro esponente dell’Ira, Abdellahi el Housein Mesoud.
“Alla vigilia delle elezioni di settembre, questi arresti mandano un segnale minaccioso nei confronti di ogni forma di dissenso“, ha dichiarato François Patuel, ricercatore di Amnesty International sull’Africa occidentale.
Biram Dah Abeid e Abdellahi el Housein Mesoud sono stati arrestati dopo una presunta denuncia di un giornalista che avrebbe accusato Biram di averlo minacciato. Gli arresti sono stati eseguiti esattamente il giorno in cui sarebbero stati presentati i nominativi per le elezioni al parlamento, cui Biram si era candidato. Non è stato esibito alcun mandato di cattura. A Biram è stato detto che l’ordine veniva “dall’alto”.
“Il momento dell’arresto di Biram, poche settimane prima dello svolgimento delle elezioni cui si era candidato, è particolarmente sospetto. Data la ricorrenza dells persecuzione giudiziaria contro di lui e di altri esponenti dell’Ira, non sarebbe affetto sorprendente se le accuse nei suoi confronti fossero politicamente motivate“, ha aggiunto Patuel.
Da tempo, gli attivisti e le organizzazioni non governative che lottano contro la schiavitù in Mauritania subiscono arresti e limitazioni allo svolgimento delle loro campagne.
Gli avvocati di Biram Dah Abeid e di Abdellahi el Housein Mesoud si sono visti impedire più volte di incontrare i loro clienti e non hanno potuto avere visione dei verbali della polizia e dei fascicoli d’indagine . Il 13 agosto Biram Dah Abeid è stato formalmente incriminato per i reati di “aggressione volontaria alla vita e all’integrità fisica di una persona“, “incitamento all’aggressione volontaria alla vita” e “minaccia di violenza“, mentre Abdellahi el Housein Mesoud è stato accusato di “complicità” in tali reati.
Babacar Ndiaye, amministratore del portale “Cridem“, e Mahmoudi Ould Saibout, giornalista di “Taqadoum” sono stati arrestati sulla base dell’esposto di un avvocato mauritano residente in Francia. Non sono stati ancora formalmente incriminati.
“Le autorità mauritane devono rilasciare immediatamente e senza condizioni Babacar Ndiaye e Mahmoudi Ould Saibout. Tutti i giornalisti devono poter esprimere liberamente le loro opinioni senza timore di subire ritorsioni, anche nel periodo elettorale“, ha sottolineato Patuel.
Amnesty International continua a seguire anche la vicenda del senatore dell’opposizione Mohamed Ould Ghadda, arrestato il 10 agosto 2017 da uomini in borghese privi di mandato di cattura. Il suo processo per presunti reati di corruzione continua a essere rinviato. Egli ha espresso l’intenzione di ricandicarsi alle elezioni di settembre ma ciò non è possibile dato che il procedimento nei suoi confronti è ancora in corso.
Nel luglio 2018 il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie ha chiesto l’immediato rilascio di Ould Ghadda.