Meriam Yehya Ibrahim a Roma

23 Luglio 2014

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Amnesty International Italia ha espresso grande soddisfazione per l’arrivo a Roma, questa mattina, di Meriam Yehya Ibrahim, la donna sudanese di religione cristiana che il 15 maggio era stata condannata all’impiccagione per apostasia e a 100 frustate per adulterio.

L’organizzazione per i diritti umani ha espresso apprezzamento per l’azione di tutte le parti, governative e non governative, che hanno reso possibile questo felice esito. Dopo la duplice condanna, Amnesty International aveva inviato alle autorità sudanesi oltre un milione di firme per chiedere il rilascio immediato e incondizionato di Meriam Yehya Ibrahim: 21.000 di queste erano state consegnate direttamente all’ambasciatrice del Sudan in Italia.

Per evitare ulteriori casi come quello di Meriam, è necessario per Amnesty International che le autorità del Sudan aboliscano gli articoli 126 e 146 del codice penale del 1991, che prevedono e puniscono rispettivamente i ‘reati’ di apostasia e adulterio.

L’organizzazione per i diritti umani auspica inoltre che venga abolita la pena della fustigazione e che sia istituita una moratoria sulle esecuzioni, in vista dell’abolizione della pena di morte in Sudan.