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In occasione della XXIX Assemblea generale dei soci di Amnesty International Italia, Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati, ha inviato il suo messaggio.
Vorrei innanzitutto rivolgere a tutti voi un cordiale saluto. Avrei molto voluto essere lì con voi oggi, ma gli impegni – particolarmente intensi in questi giorni in cui si commemora il 69esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo – me lo impediscono.
Il 2014 sarà un anno cruciale, in cui l’Italia dovrà dimostrare il proprio impegno in favore dei diritti umani. Verranno a scadenza una serie di obblighi in materia cui il nostro Paese dovrà ottemperare: dalla costituzione di un organismo indipendente di monitoraggio delle strutture detentive, in virtù della ratifica del Protocollo opzionale alla Convenzione contro la Tortura; agli adempimenti conseguenti alla condanna da parte della Corte europea dei Diritti dell’Uomo che c’impone di garantire condizioni dignitose nelle carceri. Questo sarà anche l’anno in cui l’Italia sarà sottoposta nuovamente alla Revisione periodica universale da parte del Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite.
Infine, nel secondo semestre, l’Italia ricoprirà la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea: un’occasione per rilanciare con forza il primato europeo in materia di diritti umani. Come ho ribadito di recente a Vilnius, in occasione della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’UE, l’Europa non può più essere accusata di ‘doppi standard’, ovvero d’imporre il rispetto dei diritti fondamentali ai Paesi candidati all’adesione, senza poi monitorare con efficacia e sottoporre ad eventuali sanzioni gli Stati membri che li violano.
Con l’acuirsi della crisi economica, anche i Paesi europei dove la cultura dei diritti umani e dello stato di diritto è tradizionalmente più forte hanno assistito alla crescita di fenomeni come l’incitamento all’odio verso le minoranze e le aggressioni razziste. Negli Stati che più hanno sofferto negli ultimi anni, l’impatto è stato ancora maggiore. Diritti fondamentali quali quelli al lavoro, alla salute, ad una vita dignitosa, sono stati erosi. In Italia, i dati ufficiali ci dicono che quasi un abitante su tre è a rischio di povertà o di esclusione sociale. Una situazione che non possiamo tollerare.
Occorre dunque unire le forze per combattere le violazioni dei diritti e per estirparne le radici profonde. Da parte mia, c’è e ci sarà un impegno costante in tal senso, come ci sarà sempre la volontà di collaborare con chi, come voi, si batte da anni con passione ed autorevolezza per difendere i diritti. Vi auguro buon lavoro e spero di rivedervi presto.