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In una conferenza stampa tenuta il 22 gennaio a Città del Messico, Amnesty International ha dichiarato che il procuratore generale del Messico, Jesus Murillo Karam, non ha supervisionato in maniera adeguata a tutti i filoni d’indagine sulla possibile complicità delle forze armate e di altre autorità nella sparizione forzata di 43 studenti della scuola magistrale di Ayotzinapa., risalente al 26 settembre 2014. Amnesty International ha incontrato i familiari delle vittime, condividendo la loro insoddisfazione per i risultati delle indagini.
‘Abbiamo tutta una serie di preoccupazioni sul modo in cui sono state condotte le indagini sulle sparizioni forzate e sull’uccisione di sei persone nei momenti iniziali dell’attacco agli studenti‘ – ha dichiarato Erika Guevara Rosas, direttrice del programma Americhe di Amnesty International. ‘Data la possibile complicità delle forze armate e delle autorità civili locali, è indispensabile andare a fondo e non lasciare inesplorato alcun filone d’inchiesta‘.
Il 21 gennaio gli antropologi forensi austriaci che si stanno occupando della vicenda hanno fatto sapere di non essere stati in grado di identificare il Dna dei resti umani rinvenuti in una fossa comune. Ulteriori test potrebbero richiedere mesi di tempo.
La sparizione forzata degli studenti ha messo in luce l’agghiacciante situazione dei diritti umani in Messico. Secondo dati ufficiali da quando, nel 2006, è stata dichiarata la ‘guerra alla droga’, sono state uccise almeno 100.000 persone e ne sono scomparse almeno 23.000. Centinaia di comunità sono sfollate a causa della violenza. Amnesty International continua a ricevere denunce di violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia e dalle forze di sicurezza, tra cui detenzioni arbitrarie, torture e sparizioni forzate.
‘La sparizione degli studenti è un crimine che ha sconvolto il mondo. Questa tragedia ha cambiato la distorta percezione che la situazione dei diritti umani in Messico stesse migliorando con la presidenza di Peña Nieto. Ci sono altre migliaia di casi su cui si è indagato malamente e che non possono essere più ignorati‘ – ha aggiunto Guevara Rosas. ‘Dev’essere fatto molto di più per indagare sui tanti casi di possibile collusione delle autorità e delle forze di sicurezza in violazioni dei diritti umani, come ad esempio l’esecuzione di massa di civili a Tlatlaya e i massacri di migranti. Tragico a dirsi, l’impunità per questi terribili crimini rimane la norma. Le autorità federali e statali non stanno rispettando i loro obblighi in materia di diritti umani, facendo così intendere che queste violazioni siano effettivamente consentite‘ – ha concluso Guevara Rosas.