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Amnesty International ha sollecitato il governo messicano a porre rimedio alle gravi irregolarità commesse nel corso delle indagini sulla scomparsa, risalente al 26 settembre 2014, di 43 studenti della scuola magistrale di Ayotzinapa.
Già alla fine di gennaio l’organizzazione per i diritti umani aveva giudicato prematuro l’annuncio fatto dal procuratore generale del Messico Jesus Murillo Karam, secondo cui i 43 studenti della scuola magistrale di Ayotzinapa erano morti. Ora, il rapporto reso noto dalla squadra di antropologi forensi argentini rivela che non vi è alcuna prova scientifica che i resti umani rinvenuti in una fossa comune a Cocula appartengano agli studenti scomparsi.
‘La fretta del procuratore generale, basata su affermazioni non corroborate da prove, comincia a apparire come l’intenzione di insabbiare il caso. Ora è indispensabile che gli antropologi argentini abbiano pieno accesso agli atti dell’indagine e proseguano il loro lavoro‘ – ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice del programma Americhe di Amnesty International.
Restano numerosi aspetti da chiarire, compresa la possibile complicità attiva od omissiva dell’esercito e di altre autorità e la circostanza che la fossa comune dove sono stati ritrovati resti umani non sia stata sorvegliata per diverse settimane, rendendo possibile l’eventuale alterazione di prove.
‘Ho incontrato i parenti e gli amici degli studenti. Il dolore che ho visto nei loro occhi non è qualcosa che si può mettere sotto il tappeto. I precedenti del Messico per quanto riguarda le indagini di polizia sono più che una ragione per andare avanti e proseguire fino a quando non vi saranno solide prove su cosa è accaduto a questi ragazzi‘ – ha aggiunto Guevara-Rosas.