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La scoperta nello stato di Puebla del cadavere di Anabel Flores Salazar, 32 anni, la giornalista investigativa rapita il 7 febbraio è, per Amnesty International un tragico richiamo della terribile realtà che affrontano migliaia di giornalisti in tutto il Messico, uno dei paesi più pericolosi al mondo per gli operatori dell’informazione.
Anabel lavorava per un quotidiano locale dello stato di Veracruz, sconvolto dalla violenza e uno dei più rischiosi per i giornalisti messicani. Dal 2016, vi sono stati assassinati almeno 16 operatori dell’informazione.
‘Le autorità messicane non devono perdere un secondo di tempo per lanciare un’indagine a tutto tondo su questo brutale omicidio. Il messaggio dev’essere chiarissimo: coloro che vogliono ridurre al silenzio i giornalisti a qualunque costo, pagheranno un prezzo per i loro crimini’ – ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice per le Americhe di Amnesty International.
‘Il Messico deve fornire la più che necessaria protezione ai giornalisti e agli altri operatori dell’informazione che si trovano a lavorare in condizioni incredibilmente pericolose, soprattutto coloro che si occupano di criminalità. Venir meno a questo dovere di protezione equivale a cercare di nascondere sotto il tappeto i crimini commessi nei loro confronti’ – ha aggiunto Guevara-Rosas.
Secondo Reporter senza frontiere, dal 2000 in Messico sono stati uccisi 89 giornalisti e altri 17 sono scomparsi.