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La mattina del 22 gennaio 2015, 87 migranti e rifugiati sono stati soccorsi in mare dalle autorità di Malta mentre l’imbarcazione su cui erano a bordo era alla deriva al largo dell’isola. Il primo ministro maltese, citando testimonianze dei sopravvissuti – in buona parte provenienti da paesi dell’Africa occidentale – ha riferito che durante la navigazione 20 persone sono morte e sono state gettate in mare. Una delle persone soccorse è morta poco dopo e altre si troverebbero in condizioni di salute critiche, probabilmente per aver bevuto acqua marina.
‘Il numero dei morti nel Mediterraneo continua ad aumentare ed è possibile che nel 2015 superi quello, terribile, del 2014 con 3500 vite perse in mare se i paesi europei non prenderanno misure immediate per assistere i rifugiati e i migranti che cercano di trovare salvezza in Europa‘ – ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
A quanto sembra, l’imbarcazione partita dalla Libia è andata alla deriva per giorni e molte persone sono morte prima che i soccorsi le raggiungessero.
‘Non sapremo mai se queste persone avrebbero potuto essere raggiunge molto prima se l’operazione Mare nostrum fosse stata ancora in funzione. Ma quello che sappiamo è che coloro che ne volevano la fine, sostenendo che altrimenti avrebbe attratto ulteriori persone verso l’Europa, hanno avuto torto‘ – ha aggiunto Noury. ‘L’operazione Mare nostrum è stata ufficialmente chiusa il 31 ottobre 2014. Durante l’inverno, migranti e rifugiati hanno continuato ugualmente a prendere il mare a bordo di imbarcazioni insicure. Di quanti altri morti ha bisogno l’Europa prima di convincersi che queste persone devono essere aiutate?‘ – ha concluso Noury.
Amnesty International continua a chiedere agli stati europei di unire le forze e garantire che vi siano adeguate risorse per la ricerca e il soccorso in mare e che personale addestrato sia dispiegato lungo le rotte dei migranti e dei rifugiati.