Migranti morti nel Mediterraneo nel 2011, l’Europa deve assumersi le sue responsabilità!

29 Marzo 2012

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Il Consiglio d’Europa ha adottato oggi un rapporto dell’Assemblea parlamentare sulla morte nel mar Mediterraneo, nel marzo 2011, di 63 migranti provenienti dalla Libia.

Amnesty International ha espresso disappunto per il fatto che l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa non abbia ottenuto risposte soddisfacenti dai soggetti più coinvolti in quella vicenda, tra cui la Nato, i paesi che presero parte alle operazioni Nato nell’area e le istituzioni dell’Unione europea.

La morte di quei bambini, di quelle donne e di quegli uomini, è stata uno shock e avrebbe potuto essere evitata. Chiunque sia stato coinvolto in quel tragico episodio ha il dovere di cooperare a pieno con le indagini e i responsabili dovranno essere chiamati a risponderne‘ – ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee.

Secondo nove testimoni, l’imbarcazione con a bordo i migranti incrociò varie navi e venne sorvolata da un elicottero militare. Le richieste di aiuto vennero ignorare.

Sebbene il rapporto del Consiglio d’Europa riguardi un caso specifico, nel Mediterraneo si verificano molte altre tragedie del genere. Nel 2011, mentre crescevano le rivolte nel Medio Oriente e nell’Africa del Nord, almeno 1500 persone annegarono nel loro tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Nell’intento di evitare ulteriori morti in mare, il Comitato dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa su migranti, rifugiati e sfollati ha adottato una serie di raccomandazioni in materia di ricerca e soccorso. Amnesty International ha apprezzato l’appello del Consiglio d’Europa ai suoi stati membri affinché assicurino maggiore chiarezza sui loro obblighi di soccorso di imbarcazioni in difficoltà e ha espresso la speranza che tali raccomandazioni contribuiscano a sviluppare un più efficace sistema di ricerca e soccorso.

Mentre a livello ufficiale si polemizza su chi abbia le responsabilità per la ricerca e il soccorso, il tempo passa invano e la vita di tante altre persone è in pericolo. I paesi europei e l’Unione europea devono raddoppiare gli sforzi per rispettare i loro obblighi internazionali in materia di ricerca e soccorso. Salvare vite umane dev’essere la priorità assoluta‘ – ha commentato Beger.