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In un ricorso collettivo presentato al Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa, Amnesty International ha chiesto che le autorità della Grecia rispondano della violazione del diritto alla salute e del diritto alla non discriminazione durante le misure economiche introdotte a seguito della crisi del 2009-2010.
Le misure di austerità introdotte dal governo greco nel 2010 causarono, negli anni a seguire, una riduzione della spesa pubblica generale del 32 per cento, con un picco del 43 per cento nel settore della sanità.
Le riforme strutturali scaricarono sui pazienti maggiori costi per le cure mediche. I tre programmi di assistenza conclusi con i creditori, comprendendo la clausola di condizionalità, incoraggiarono o quanto meno influenzarono le misure di austerità che debilitarono il sistema sanitario pubblico.
“Oltre dieci anni di recessione e di misure di austerità hanno messo in ginocchio il sistema sanitario pubblico della Grecia, compromettendo la sua risposta alla pandemia di Covid-19. È fondamentale che le autorità siano chiamate a rispondere dell’impatto negativo delle loro decisioni sui diritti umani”, ha dichiarato Sanhita Ambast, ricercatrice di Amnesty International sui diritti economici, sociali e culturali.
“L’azione di oggi vuole inviare un messaggio chiaro ai governi: non sono immuni dal controllo sulle loro azioni e devono rendere conto dei danni fatti dalle loro decisioni alla loro popolazione e ai diritti economici e sociali di quest’ultima”, ha concluso Ambast.