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Giovedì 21 luglio alle ore 15, presso la sala civica di Carmignano di Sant’Urbano, si terrà una conferenza stampa per annunciare l’iniziativa in programma il 29 luglio in ricordo di Mauro Guerra, ucciso esattamente un anno prima da un carabiniere.
Alla conferenza, in programma alle 15, parteciperanno Elena Guerra, sorella di Mauro, il legale della famiglia Alberto Berardi, Riccardo Noury, portavoce di Amnesty international Italia e Valentina Calderone, direttrice di A Buon Diritto.
Nonostante siano passati 12 mesi dal giorno in cui è stato ucciso Mauro Guerra, 32 anni, laureato in Economia e pittore, non si sa ancora niente di quanto accaduto quel giorno, prima in casa dell’uomo e poi nelle campagne tra Padova e Rovigo.
L’unica certezza ad oggi è che nessuno aveva disposto un trattamento sanitario obbligatorio per Mauro Guerra (come avevano invece titolato tutti i giornali locali dal giorno successivo), ma non è chiaro perché i carabinieri abbiano deciso di chiamare un’ambulanza e siano stati per tre ore dentro la sua casa, tentando di costringere Guerra a farsi ricoverare.
Mauro Guerra, che era sconosciuto ai servizi psichiatrici della sua comunità, viene convocato in caserma la mattina del 29 e dopo mezz’ora torna correndo verso la sua abitazione, distante una cinquantina di metri dalla caserma, inseguito dai due carabinieri che poi diventano quattro, poi sei e poi dieci: 10 militari che per diverse ore rimangono all’interno della proprietà dei Guerra, fuori nel giardino e nel cortile dietro la casa, provando in tutti i modi a far salire l’uomo sull’ambulanza.
Guerra finge di accettare il ricovero, si dirige verso l’ambulanza ma la supera e si mette a correre, dirigendosi nei campi ai margini del paese. I carabinieri, ancora una volta, lo inseguono, uno dei due quasi lo raggiunge e riesce a chiudergli l’anello di una manetta intorno al polso. Mauro Guerra si gira e colpisce il militare, pronto a proseguire la sua corsa, ma è a questo punto che un colpo di pistola lo raggiunge al petto.
Nonostante sul posto siano presenti due ambulanze e un elicottero dell’elisoccorso, il corpo del giovane rimane steso a terra per quasi tre ore. Nessuno verifica i parametri vitali, nessuno permette ai familiari, che pure erano presenti durante tutta l’operazione dei carabinieri, di avvicinarsi.
La procura ha aperto un fascicolo, sono stati sentiti alcuni testimoni ed effettuati degli accertamenti, tra cui l’esame autoptico e la perizia balistica. Il pubblico ministero ha chiesto una proroga delle indagini, ma allo stato attuale non si ha la certezza che il processo ci sarà.
Il rischio, purtroppo molto concreto, è che per la morte di Mauro Guerra venga chiesta l’archiviazione. Pensiamo invece sia indispensabile fare chiarezza su questa vicenda all’interno di un’aula di tribunale ed è per questo che A buon diritto e Amnesty International Italia si associamo alla richiesta di verità e giustizia dei famigliari e degli amici di Mauro Guerra.