Morte del premio Nobel Liu Xiaobo: “Un gigante dei diritti umani”

13 Luglio 2017

CC: privato

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A nome di circa 7 milioni di persone che nel mondo combattono in difesa dei diritti umani, Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International, ha espresso il cordoglio per la scomparsa del premio Nobel per la pace Liu Xiaobo.

Oggi piangiamo la perdita di un gigante dei diritti umani. Siamo solidali con sua moglie Liu Xia e con gli altri membri della sua famiglia, che soffrono una perdita incommensurabile. Dobbiamo fare tutto il possibile per porre fine agli arresti domiciliari e alla sorveglianza di Liu Xia e per garantire che non sia più perseguitata dalle autorità”.

Liu Xiaobo: la malattia e l’ultimo rifiuto della Cina

Solo il 26 giugno l’attivista per la democrazia ed ex lettore universitario è stato posto in libertà condizionata per motivi di salute e trasferito in un ospedale di Shenyang, nel nord-est della Cina. Sua moglie ha potuto incontrarlo nei giorni successivi.

Era malato di cancro al fegato, giunto in fase terminale, ma il governo di Pechino ha negato a lui e sua moglie, la possibilità di recarsi all’estero per ricevere cure mediche.

Molti governi si erano messi a disposizione per il trasferimento all’estero e le cure mediche. Il 29 giugno Amnesty International e altri 153 Nobel per la pace avevano sottoscritto una lettera al presidente cinese Xi Jinping.

Liu Xiaobo: una lotta pacifica per la libertà in Cina

Liu Xiaobo, intellettuale e scrittore, è stato tra i promotori di “Carta 08“, un manifesto in favore di riforme politiche e legali e di un sistema democratico e rispettoso dei diritti umani, sottoscritto originariamente da 300 personalità e in seguito da oltre 12.000 cittadini cinesi.

Arrestato l’8 dicembre 2008, il giorno prima della diffusione on line di “Carta 08”, Liu Xiaobo è stato condannato a 11 anni di prigione il 25 dicembre 2009 al termine di un processo durato due ore. Tra le “prove” contro di lui, anche gli articoli da lui scritti sul movimento per la democrazia del 1989.

Liu Xiaobo per decenni, ha combattuto instancabilmente per far progredire i diritti umani e le libertà fondamentali in Cina. Lo ha fatto a dispetto della più implacabile e spesso più brutale opposizione da parte del governo cinese – ha ricordato Shetty –. Di volta in volta hanno cercato di ridurlo al silenzio e ogni volta hanno fallito. Nonostante gli anni passati a subire persecuzione, repressione e carcerazione, Liu Xiaobo ha continuato a battersi per le sue convinzioni“.

Liu Xiaobo, il premio Nobel nel 2010

Dopo l’assegnazione del Nobel per la pace 2010, le autorità hanno cercato di far cadere il silenzio su Liu Xiaobo minacciando e intimidendo i suoi familiari e sostenitori. Negli ultimi sette anni sua moglie, Liu Xia, è stata sottoposta illegalmente agli arresti domiciliari col divieto di comunicare col mondo esterno.

“Anche se ci ha lasciati, tutto ciò per cui si è battuto perdura – ha concluso il segretario generale di Amnesty International –. Il più grande omaggio che possiamo ora tributargli è quello di continuare la lotta per i diritti umani in Cina e di riconoscere l’importante eredità che lascia dopo di sé. Grazie a Liu Xiaobo, milioni di persone in Cina e in tutto il mondo sono state ispirate a difendere la libertà e la giustizia contro l’oppressione.