Tempo di lettura stimato: 3'
Amnesty International ha sollecitato le autorità del Mozambico a indagare su almeno 46 uccisioni illegali compiute dalla polizia dal gennaio 2006 e a condurre dinanzi alla giustizia i presunti responsabili. Le famiglie delle vittime incontrano sistematicamente ostacoli nel cammino verso la giustizia.
Nonostante le ripetute richieste, reiterare anche in occasione di una missione nel paese, le autorità mozambicane hanno fornito ad Amnesty International poche informazioni sulle indagini. In alcuni casi, hanno affermato che non è stata svolta alcuna indagine in quanto si presumeva che le uccisioni da parte della polizia fossero state legali.
Questa situazione ha spinto Amnesty International a pubblicare un rapporto, in cui ha sollecitato il governo del Mozambico a investigare su questi omicidi, in linea con gli standard internazionali che richiedono l’apertura di un’indagine efficace in tutti i casi in cui l’uso della forza o delle armi da fuoco da parte della polizia causino morte o ferimento grave. L’organizzazione per i diritti umani ha inoltre chiesto che i parenti delle persone uccise ricevano un risarcimento adeguato e che sia reso chiaro a tutti i membri della polizia che l’uso eccessivo della forza e le uccisioni illegali non saranno tollerate.
Amnesty International ha raccomandato, inoltre, che:
la polizia possa utilizzare strumenti alternativi per far fronte a situazioni potenzialmente violenti, affinché l’uso della forza sia proporzionato;
la polizia venga addestrata a tecniche per ridurre la tensione ed evitare l’uso della forza, quando non è strettamente necessaria;
le autopsie siano effettuate automaticamente e immediatamente in tutti i casi di morte causata dall’uso della forza o delle armi da parte della polizia;
coloro che presentano una denuncia, i testimoni, gli avvocati, i giudici e altre persone coinvolte nelle indagini sull’operato della polizia siano protetti da intimidazioni e rappresaglie.