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L’attivista ed ex monaco U Gambira è stato arrestato a Yangon il 1° dicembre per rispondere delle accuse di sconfinamento, danni provocati dalla rimozione dei lucchetti da una serie di monasteri nel febbraio 2012 e residenza senza autorizzazione in un monastero.
I monasteri erano stati sigillati dalle autorità perché ritenevano che i monaci che vivevano lì avessero avuto un ruolo attivo nella ‘rivoluzione zafferano’ del 2007. Il provvedimento aveva lasciato i monaci sgomberati, incluso U Gambira, senza un posto dove andare dopo le amnistie di fine 2011 e inizio 2012.
U Gambira era comparso davanti al Comitato dei monaci anziani nel febbraio 2012 e la questione si era già risolta. Non è chiaro perché le autorità abbiano deciso di riprendere le accuse contro U Gambira oltre nove mesi dopo.
Per aver preso parte alla pacifica ‘rivoluzione zafferano’ del 2007, U Gambira era stato condannato a 68 anni di prigione al termine di un processo iniquo. In carcere, aveva subito gravi torture e maltrattamenti. Era stato rilasciato a seguito di un’amnistia il 13 gennaio 2012, per poi essere rimesso agli arresti per pochi giorni a febbraio, per la vicenda dei lucchetti, e a marzo, per essersi recato nello stato di Kachin per fornire assistenza alle persone sfollate a causa del conflitto armato in corso.
Le amnistie concesse a partire dal 2011 prevedono il rilascio condizionato, sulla base della sezione 401 del codice di procedura penale. Ogni ex prigioniero accusato di aver violato i termini della condizionale può essere riportato in prigione per scontare quello che resta della condanna originale.