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Secondo notizie provenienti da Myanmar, la leader de facto del paese deposta il 1° febbraio da un colpo di stato militare, sarebbe stata incriminata per aver violato le norme sull’import-export dopo che nella sua abitazione era stata rinvenuta una ricetrasmittente.
“Se le cose stanno davvero così, significa che i militari sono alla disperata ricerca di pretesti per avviare una caccia alle streghe nei confronti di chiunque osi sfidarli“, ha dichiarato Emerlynne Gil, vicedirettrice delle ricerche sull’Asia di Amnesty International.
“Ogni accusa di questo genere, nei confronti di Aung San Suu Kyi e delle decine di altre persone poste agli arresti dopo il colpo di stato, dev’essere annullata e le persone interessate devono essere rilasciate“, ha concluso Gil.