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Amnesty International ha definito “inconcepibili” le espressioni diffuse dall’ufficio della leader birmana Aung San Suu Kyi secondo le quali nello stato di Rakhine il governo sta difendendo tutte le persone “nel miglior modo possibile”.
“Siamo di fronte a una catastrofe umanitaria e dei diritti umani. Nel suo primo commento su questa crisi, invece di promettere un’azione concreta per proteggere la popolazione civile dello stato di Rakhine, Aung San Suu Kyi è sembrata sottovalutare del tutto le terribili notizie provenienti dalla zona”, ha dichiarato Tirana Hassan, direttrice di Amnesty International per le risposte alla crisi, che si trova attualmente a Cox’s Bazar, in Bangledesh, presso il confine con Myanmar.
“Le decine di migliaia di rohingya schiacciati lungo il confine col Bangladesh e le migliaia di altri sfollati all’interno dello stato di Rakhine sono la prova evidente che l’esercito di Myanmar ha lanciato una violenta operazione di rappresaglia contro la popolazione prevalentemente musulmana dei rohingya. Il governo deve consentire l’ingresso immediato e senza ostacoli delle organizzazioni umanitarie, cui è ancora impedito di accedere nella zona settentrionale dello stato di Rakhine per portare aiuti agli sfollati”, ha aggiunto Hassan.
Dopo una serie di attacchi compiuti il 25 agosto da un gruppo armato rohingya e le successive operazioni militari nello stato di Rakhine, circa 146.000 rohingya – per lo più donne e bambini – hanno attraversato il confine del Bangladesh, dove è in corso una grande crisi umanitaria.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 7 settembre 2017
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