Myanmar, l’esercito fa strage: quasi 100 morti tra cui un bambino di cinque anni

27 Marzo 2021

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Un giorno dopo l’annuncio che ulteriori proteste sarebbero state stroncate sparando alla testa dei manifestanti, il 27 marzo l’esercito di Myanmar ha compiuto un’orrenda strage, uccidendo almeno 91 persone tra cui un bambino di cinque anni.

La strage è avvenuta in varie città del paese in concomitanza con la Giornata delle forze armate cui, nella capitale Nay Pyi Taw, hanno assistito rappresentanti della Cina e della Russia, gli stessi stati che hanno aiutato l’esercito di Myanmar a rimanere impunito fornendogli armi per compiere massacri.

Questo terribile tributo di vite umane va ad aggiungersi al bilancio dell’Associazione di assistenza ai prigionieri politici, secondo la quale dal 1° febbraio al 26 marzo i manifestanti uccisi erano stati come minimo 328.

Amnesty International continua a sollecitare il Consiglio di sicurezza a istituire un embargo generale sulle armi destinate a Myanmar, a deferire la situazione attuale al Tribunale penale internazionale e a imporre sanzioni finanziarie mirate nei confronti del comandante in capo dell’esercito, l’alto generale Min Aung Hlaing, a capo della giunta militare che ha preso il potere il 1° febbraio e che le Nazioni Unite hanno chiesto sia processato per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio.