Nagorno-Karabakh: un mese fa l’attacco delle forze azere

19 Ottobre 2023

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Un mese fa, la regione del Nagorno-Karabakh, contesa tra Armenia e Azerbaigian, è stata attaccata dalle forze azere.

Questo è solo l’ultimo atto di un conflitto tra i due stati per il controllo della regione che risale ai tempi della dissoluzione dell’Unione sovietica, tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90. Il conflitto si è riacceso nel 2020, causando uccisioni, torture e sfollamenti forzati.

Ma cosa è successo un mese fa?

Il 19 settembre, l’Azerbaigian ha lanciato una nuova offensiva militare, costringendo i leader avversari ad accettare il cessate il fuoco.

Da allora è iniziato l’esodo delle persone di etnia armena che vivevano nella regione. Oggi, secondo le ultime informazioni, quasi tutti gli armeni del Nagorno-Karabakh si troverebbero già in Armenia, dato che non hanno ottenuto certezze per la propria sicurezza da parte dell’Azerbaigian.

Le autorità azere devono assicurare che tutte queste persone possano tornare nelle proprie case, se lo vorranno, senza paura di essere perseguitate, senza dover accettare forzatamente la cittadinanza azera e senza essere sottoposte a sfollamenti forzati.

Nel silenzio della comunità internazionale, è quanto mai urgente e necessario continuare a parlare del Nagorno-Karabakh e reclamare la tutela dei diritti della popolazione di etnia armena.

Perché, come succede in ogni conflitto, a pagarne le conseguenze più estreme è sempre la popolazione civile.

Amnesty International non prende posizione sui conflitti o sulle dispute territoriali, ma è sempre dalla parte di chi vede violati i propri diritti.

 

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