Nigeria: tre vittime delle forze di sicurezza

15 Ottobre 2009

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(16 ottobre 2009)

 Amnesty International ha condannato l’uso eccessivo della forza da parte di alcuni membri delle forze di sicurezza nigeriane, in seguito all’uccisione di tre persone durante una protesta contro le demolizioni nello stato di Rivers, avvenuta lunedì 12 ottobre.

Truppe della Task Force congiunta del governo (Jtf) e la polizia hanno usato armi da fuoco provocando 11 feriti gravi, per disperdere la folla, che manifestava contro una demolizione programmata nella comunità Bundu, lungo la zona litoranea di Port Harcourt, la capitale dello stato di Rivers.

Circa 40 soldati, pesantemente armati, e agenti di polizia sono arrivati a Bundu per fare delle verifiche sui palazzi destinati a essere demoliti. Le persone del posto, compresi donne e bambini, si sono contrapposte ai soldati e alla polizia e, per evitare che entrassero, hanno bloccato l’ingresso.

Secondo alcuni testimoni, due veicoli blindati sarebbero passati in mezzo alla folla e avrebbero aperto il fuoco. Nonostante la gran parte dei proiettili sia stata sparata in aria, alcuni agenti avrebbero aperto il fuoco sui manifestanti.

Sembra che pallottole vaganti abbiano colpito case, negozi e macchine. Un testimone ha riferito che la sorella sarebbe stata colpita alla gamba da una pallottola entrata nella sua casa.

Undici persone sono state curate in ospedale per ferite da arma da fuoco. Ventitre uomini sono stati arrestati e accusati di cospirazione, turbamento dell’ordine pubblico e distruzione di proprietà pubblica. Sono stati trasferiti nella prigione di Port Harcourt. Anche Amnesty International ha ricevuto denunce relative al ferimento di persone da parte dei soldati.

Le autorità dello stato di Rivers sostengono che le forza di sicurezza hanno aperto il fuoco per rispondere alla violenza di persone che ‘traggono vantaggio dallo stato di illegalità diffuso a Bundu’. Membri della comunità locale e alcune Organizzazioni non governative del posto negano questa versione. Inoltre, non vi è alcun ferito tra gli agenti di polizia e i soldati. 
Amnesty International ha chiesto al governo dello stato di Rivers e a quello nigeriano di assicurare che le forze di sicurezza usino la forza nel rispetto degli standard internazionali in materia di diritti umani e di indagare tempestivamente sulle uccisioni e sui ferimenti.

A Port Harcourt stanno per essere effettuati sgomberi forzati su vasta scala lungo la zona litoranea, nonostante le promesse del governo di non eseguire alcuno sgombero. Il governo ha previsto un risarcimento per chi è proprietario di una casa o di un negozio destinato alla demolizione. Chi, invece, non ha titolo legale di proprietà, o non può dimostrarlo, non riceverà alcun risarcimento né un alloggio alternativo.

Amnesty International il 5 ottobre, in occasione del World Habitat Day, ha lanciato un appello al Governatore dello stato di Rivers per porre immediatamente fine agli sgomberi forzati a Port Harcourt.

Firma l’appello per porre fine agli sgomberi forzati in Nigeria!