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A seguito dei due naufragi avvenuti il 22 gennaio nel mar Egeo, in cui hanno perso la vita oltre 45 persone tra cui almeno 20 bambini, il direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International John Dalhuisen ha dichiarato:
‘Questo è un atto d’accusa nei confronti delle politiche europee, che da anni danno priorità a erigere barriere piuttosto che a salvare vite umane. Quest’anno, 36.000 rifugiati hanno attraversato il mar Egeo e 94 hanno perso la vita’.
‘La loro morte evidenzia sia la crudeltà che l’inutilità del crescente coro che chiede maggiori restrizioni all’accesso dei rifugiati in Europa. Una crisi che poteva essere gestita è diventata un test morale che l’Europa rischia di fallire vergognosamente’.
‘I leader europei devono rendersi finalmente conto che le regioni più povere del mondo vengono lasciate da sole a ospitare la vasta maggioranza delle persone costrette a fuggire da bombe, proiettili e torture’.
‘Tutti i paesi, compresi quelli più ricchi, devono condividere questo onere. Ciò vuol dire accogliere un maggior numero di rifugiati attraverso percorsi sicuri verso l’Europa e un’accoglienza adeguata una volta arrivati in Europa. Altrimenti, i rifugiati saranno costretti a rivolgersi ai trafficanti e il caos e le stragi cui abbiamo assistito lo scorso anno continueranno’.