Orrore in Iran, nuove esecuzioni in pubblico

25 Luglio 2011

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Un video pervenuto ad Amnesty International il 19 luglio, girato nella città iraniana di Kermanshah, costituisce un’ulteriore prova dell’effetto brutalizzante della pena di morte sia per i condannati che per le persone che assistono alle esecuzioni.

Nelle immagini, riprese nella centrale piazza Azadi, si vedono tre condannati sul tetto di altrettanti autobus. I soldati stringono intorno al loro collo i cappi fissati a un ponte sovrastante. Il tutto di fronte a centinaia di persone, compresi bambini. Molti spettatori fotografano o filmano la scena.

Un uomo al megafono spiega che i tre sono stati condannati per stupro e annuncia la loro esecuzione. Gli autobus si allontanano.

Un’esperienza brutale e degradante. Queste esibizioni pubbliche di morte perpetuano una cultura di accettazione della violenza e del sangue più che di fiducia nella giustizia‘ – ha commentato Hassiba Hadj Sahraoui di Amnesty International.

Nonostante nel 2008 le autorità iraniane avessero annunciato una moratoria sulle esecuzioni pubbliche, secondo fondi ufficiali nel 2011 ve ne sarebbero state almeno 28, come minimo sei in più secondo Amnesty International.

Esecuzioni del genere dovrebbero rappresentare, nelle intenzioni delle autorità, la risposta a un’ondata di stupri seriali. Da un lato, in alcuni casi le autorità biasimano le vittime per non aver rispettato le norme in materia di abbigliamento e di segregazione di genere; dall’altro, come nel caso di Kermanshah, svolgono procedimenti giudiziari che dall’arresto all’impiccagione sono durati a malapena due mesi.

Le impiccagioni dopo processi sommari non danno alcuna soluzione al problema estremamente grave degli stupri in Iran, che è alimentato dalla condivisione della violenza contro le donne a ogni livello della società‘ – ha concluso Sahraoui.

Leggi il post ‘Iran, impiccati sul bus di fronte ai bambini’