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Oggi Amnesty International Italia, insieme allâassociazione Antigone, è stata audita sul progetto di legge cosiddetto sicurezza (A.C. 1660) proposto dal governo e attualmente al vaglio delle commissioni Affari costituzionali e giustizia della Camera.
Il progetto di legge, se approvato senza modifiche, avrebbe gravi ripercussioni sui diritti fondamentali, come il diritto di protesta pacifica e il diritto alla riservatezza, tutelati dalla Costituzione italiana, dal Diritto dell’Unione europea e internazionale.
Amnesty International Italia ha evidenziato numerose criticitĂ nel progetto di legge. In particolare, lâarticolo 1 desta forti preoccupazioni in quanto potrebbe classificare come âazioni terroristicheâ le proteste pacifiche svolte mediante disobbedienza civile; altrettanto critico è lâarticolo 10, che estenderebbe lâambito di applicazione del c.d. Daspo urbano o lâarticolo 11 che andrebbe ad incidere sul trattamento dei c.d. âblocchi stradaliâ, utilizzati soprattutto dagli attivisti climatici come strumento di disobbedienza civile. Il blocco stradale con il proprio corpo, che attualmente costituisce un illecito amministrativo, diverrebbe un delitto e verrebbe punito con reclusione da sei mesi a due anni qualora effettuato da piĂš persone.
Lâarticolo 16 introdurrebbe pene severe in materia di tutela dei beni mobili e immobili adibiti allâesercizio di funzioni pubbliche, prevedendo la reclusione da sei mesi a tre anni e multe fino a 12.000 euro per recidiva per deturpamento o imbrattamento di immobili privati o mezzi pubblici.
Particolarmente preoccupanti sono anche gli articoli 18 e 19, che limiterebbero il diritto di protesta negli istituti penitenziari e nei centri di detenzione per migranti, sanzionando anche la resistenza passiva allâesecuzione degli ordini impartiti, contravvenendo alla giurisprudenza della Cassazione. Infine, lâarticolo 20 consentirebbe agli agenti di pubblica sicurezza di portare armi, anche senza la dovuta licenza e anche al di fuori degli orari di servizio.
Amnesty International Italia chiede al Parlamento di rivedere profondamente, e dove necessario stralciare, le proposte contenute nel progetto di legge, promuovendo un approccio che rispetti e tuteli i diritti umani.