Tempo di lettura stimato: 4'
Possibile espansione dei mondiali di calcio 2022 ad altri paesi del golfo. Amnesty International alla Fifa: priorità ai diritti umani
In vista della riunione del Consiglio della Federazione internazionale di calcio (Fifa) in programma a Miami il 14 e 15 marzo, Amnesty International e una coalizione di Ong, sindacati, gruppi di calciatori e di tifosi hanno chiesto al presidente Gianni Infantino di confermare che ogni eventuale paese preso in considerazione per co-ospitare i Mondiali del 2022 dovrà rispettare i nuovi standard sui diritti umani che si è data la Fifa.
La proposta che verrà discussa nel Consiglio di metà marzo, di allargare da 32 a 48 le nazionali partecipanti alla fase finale dei Mondiali, potrebbe implicare lo svolgimento delle ulteriori partite in altri paesi del Golfo come Kuwait, Oman, Arabia Saudita o Emirati Arabi Uniti.
In una lettera aperta al presidente Infantino, le organizzazioni hanno ricordato che secondo le sue stesse politiche e al fine di onorare la sua responsabilità aziendale verso il rispetto dei diritti umani, la Fifa deve assicurare che ogni paese intenzionato a ospitare un evento dei Mondiali fornisca credibili garanzie sul rispetto del diritto internazionale dei diritti umani e degli standard in materia di diritto del lavoro e successivamente ponga in essere piani d’azione per prevenire e mitigare possibili violazioni dei diritti umani durante lo svolgimento dell’evento.
“All’aumento dei paesi ospitanti corrisponderebbero evidenti rischi per i diritti umani, soprattutto per quanto riguarda il possibile massiccio sfruttamento della manodopera migrante per la costruzione degli impianti e di altre infrastrutture per i Mondiali: ciò getterebbe un’ombra sul più grande evento sportivo a livello mondiale”, ha dichiarato Stephen Cockburn, vicedirettore del programma Temi globali di Amnesty International.
“Gianni Infantino ha dichiarato che vuole rendere i Mondiali più inclusivi. Ciò significa che la Fifa dovrà esaminare la situazione nei potenziali paesi co-organizzatori del Golfo per assicurare che i Mondiali non contribuiranno o non saranno associati alle diffuse violazioni dei diritti umani in corso nella regione”, ha aggiunto Cockburn.
Le Ong chiedono alla Fifa di confermare che ogni paese candidato sarà esaminato dal punto di vista del rischio per i diritti umani e sia chiamato ad approntare piani credibili per prevenire le violazioni dei diritti dei lavoratori, la discriminazione e le limitazioni alla libertà d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica in relazione ai Mondiali.
Nel novembre 2018 il presidente Infantino aveva dichiarato alla stampa che paesi geograficamente vicini al Qatar come l’Arabia Saudita avrebbero potuto essere presi in considerazione, nel caso di un Mondiale allargato, come co-ospitanti. A febbraio il presidente dell’Autorità sportiva degli Emirati Arabi Uniti ha dichiarato che il suo paese, il Kuwait e l’Oman sarebbero stati interessati a co-ospitare il torneo in caso di soluzione dell’attuale crisi diplomatica nell’area del Gonfo.
La lettera aperta al presidente della Fifa è stata sottoscritta da Amnesty International, Human Rights Watch, Football Supporters Europe, Gulf Centre for Human Rights, International Trade Union Congress, Transparency International, UNI Global Union e World Players Association.
Roma, 12 marzo 2019
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it