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A un anno esatto di distanza dall’assassinio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer, Amnesty International ha rinnovato l’appello alle autorità del Pakistan affinché modifichino le leggi sulla blasfemia.
‘Taseer è stato ucciso per aver preso la difese di una delle vittime di queste leggi, Asia Bibi, una contadina di religione cristiana condannata a morte per blasfemia nel novembre 2009‘ – ha dichiarato Sam Zarifi, direttore per l’Asia e il Pacifico di Amnesty International.
Asia Bibi è in carcere dal giugno 2009, tenuta in isolamento per evitare che possa essere uccisa da altre detenute. Le sue condizioni di salute fisica e mentale sono peggiorate negli ultimi due anni e mezzo. L’Alta corte di Lahore deve ancora esaminare il ricorso contro la condanna a morte.
Le leggi sulla blasfemia sono formulate in modo del tutto vago e sono utilizzate per colpire le minoranze religiose: la maggior parte delle persone accusate di blasfemia appartiene a fedi musulmane ritenute eretiche rispetto all’Islam ufficiale.
In vigore da oltre un quarto di secolo, le leggi sulla blasfemia hanno creato un clima di paura e di intimidazione nel quale operano pressoché impuniti gruppi di militanti religiosi violenti.
Persino il Consiglio dell’ideologia islamica, un organo costituzionale incaricato di fare raccomandazioni su questioni islamiche, ha chiesto due anni fa di modificare le leggi. Il governo pachistano, nonostante nel 2009 e nel 2010 si sia impegnato a rivedere e migliorare ‘le leggi che pregiudicano l’armonia religiosa’, non ha dato seguito a questa promessa ed è rimasto silente di fronte all’assassinio del governatore Taseer e di quello del ministro per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, nel marzo 2011.