Pakistan: pena di morte, la scelta sbagliata

18 Dicembre 2014

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Amnesty International ha esortato il governo del Pakistan a non arrendersi alla paura e alla rabbia all’indomani della strage nella scuola di Peshawar  – in cui i talebani hanno ucciso almeno 142 persone, tra cui 132 bambini – e a mantenere in vigore la moratoria sulle esecuzioni.

L’appello dell’organizzazione per i diritti umani è arrivato dopo l’annuncio, da parte del primo ministro Nawaz Sharif, della ripresa delle esecuzioni per i reati di terrorismo.

‘Piuttosto che perpetuare il ciclo di violenza, il governo del Pakistan dovrebbe concentrarsi sul cuore del problema, ossia la mancanza di protezione per la popolazione civile del nord-ovest del paese. Non c’è alcuna prova che la pena di morte abbia un effetto deterrente particolare nei confronti del crimine rispetto ad altre pene’ – ha dichiarato Amnesty International.

L’ultima esecuzione di un civile risale al 2008, quella di un militare al novembre 2012. Nell’ottobre 2013, il governo aveva riconfermato la moratoria. Nei bracci della morte si trovano attualmente decine di persone condannate per reati di terrorismo, spesso al termine di processi irregolari basati su prove inammissibili secondo il diritto internazionale.