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Dopo che il 23 ottobre si è registrata la terza vittima, una donna di 27 anni, nelle proteste contro il piano del governo di vendere i terreni di proprietà statale della Zona di libero scambio di Colón, Amnesty International ha sollecitato le autorità di Panama a svolgere indagini approfondite sull’uso di forza eccessiva da parte della polizia.
La proposta di legge presentata dal governo prevede la cessione delle terre appartenenti allo stato a compagnie private.
Secondo testimonianze provenienti dalla città portuale di Colón, le forze di polizia hanno sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Fonti della polizia parlano di diversi agenti feriti da lanci di pietre e colpi d’arma da fuoco.
Ancora una volta, ha sottolineato Amnesty International, una manifestazione di protesta è finita in tragedia. Prima del 23 ottobre, avevano perso la vita un uomo e un bambino di nove anni.
Dopo la morte della donna, il presidente panamense Ricardo Martinelli ha scritto su Twitter: ‘Se la gente di Colón non vuole che vendiamo i terreni della Zona di libero scambio, allora rinunceremo a farlo’. Amnesty International ha chiesto al presidente di pronunciare parole di condanna nei confronti dell’uso di fora eccessiva.
Quelle di Colón sono le ultime di una serie di proteste sociali disperse con forza eccessiva dalla polizia di Panama. Nel febbraio 2012, un uomo era stato ucciso nel corso di una manifestazione dei popoli nativi Ngabe-Buglé di San Felix, nella provincia occidentale del Chiriquí.