“Paradise papers”: fare di più contro l’evasione fiscale

7 Novembre 2017

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I governi devono fare di più contro i paradisi fiscali e i consulenti, i fiscalisti e gli avvocati che vi collaboranoIan Byrne, consulente di Amnesty International sui diritti economici, sociali e culturali ha commentato in una nota ufficiale la notizia sui cosiddetti “Paradise papers”.

I “Paradise papers”, 13.400.000 documenti divenuti pubblici, contengono dettagliate descrizioni sulle operazioni finanziarie offshore di centinaia di esponenti politici, celebrità, persone ricche e imprese multinazionali.

Dei documenti è inizialmente entrato in possesso il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung che li ha a sua volta messi a disposizione dell’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). All’inchiesta che ne è seguita hanno collaborato 96 organi d’informazione tra i quali la BBC, il Guardian e il New York Times. Altre rivelazioni sono attese nei prossimi giorni.

Quando non tutti pagano la loro parte di tasse – ha aggiunto Byrne –, sono i poveri a soffrirne maggiormente. In un periodo in cui governi di ogni parte del mondo stanno tagliando le spese per la salute, l’istruzione, l’alloggio e i servizi sociali, è vergognoso che persone e aziende già ricche cerchino di sottrarsi al pagamento di miliardi di dollari al fisco.

 

L’evasione e l’elusione fiscale privano i governi di molte delle entrate necessarie a garantire quei diritti economici e sociali che essi sono vincolati a realizzare, tra cui il diritto ai beni e ai servizi che consentono di condurre una vita in dignità, di avere un posto decente dove vivere, di ricevere cure mediche e istruzione adeguate e di beneficiare di un appropriato livello di assistenza sociale.

Far sì che le persone più ricche e le imprese più potenti paghino il giusto è un obbligo che abbiamo di fronte persone più vulnerabili del pianeta“, ha concluso Byrne.