Partecipazione alla sessione preliminare dell’Esame Periodico Universale

25 Novembre 2024

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Il 22 novembre, Amnesty International Italia ha partecipato alla sessione preliminare dell’Esame Periodico Universale (Universal Periodic Review – Upr) a Ginevra sullo stato dei diritti umani in Italia. Questo esame, che coinvolge tutti gli stati membri delle Nazioni Unite, rappresenta un’importante occasione di monitoraggio e confronto sulle politiche nazionali in materia di diritti umani. La revisione ufficiale dell’Italia è prevista per il 20 gennaio 2025.

Durante la sessione preliminare, dedicata agli interventi della società civile, Amnesty International Italia ha presentato osservazioni e raccomandazioni su temi fondamentali per il nostro paese, quali la migrazione, il diritto di protesta, il reato di tortura e la creazione di un’Autorità nazionale indipendente per i diritti umani (Nhri).

In tema di migrazioni, Amnesty International Italia ha evidenziato che la protezione dei diritti delle persone migranti, richiedenti asilo e rifugiate ha subito un’ulteriore battuta d’arresto, aggravando la regressione già rilevata nel precedente Upr. L’Italia continua a ostacolare il lavoro delle organizzazioni impegnate nei soccorsi in mare, mentre il rinnovo del Memorandum d’intesa con la Libia consolida il sostegno italiano alle autorità libiche, contribuendo al trattenimento forzato di persone migranti, che si trovano in condizioni disumane nel paese. A ciò si aggiunge l’accordo tra Italia e Albania, stipulato nel 2023, che ha portato alla creazione di due Centri per persone migranti in territorio albanese, sotto giurisdizione italiana, operativi da ottobre 2024. In queste strutture vengono adottate procedure accelerate per l’esame delle domande di asilo, applicate a persone provenienti da paesi considerati “sicuri”. Queste pratiche, già contestate dai tribunali italiani sia a livello nazionale che europeo, sollevano gravi preoccupazioni per il rispetto dei diritti umani.

Amnesty International Italia ha ribadito la necessità di bloccare l’attuazione dell’accordo con l’Albania, garantire il diritto alla libertà personale dei richiedenti asilo e delle persone migranti, limitando il ricorso alla detenzione amministrativa a circostanze eccezionali. Ha inoltre chiesto l’abolizione del Memorandum d’intesa con la Libia e la fine di ogni sostegno alle autorità e alla Guardia costiera libica, oltre alla cessazione di misure che ostacolino il lavoro delle Ong impegnate nei salvataggi in mare.

Sul diritto di protesta, Amnesty International ha denunciato l’adozione da parte dell’attuale governo italiano, insediatosi nell’ottobre 2022, di misure che limitano il diritto alla libertà di riunione pacifica. In particolare, è emersa una crescente repressione verso le persone attiviste per il clima, spesso colpite da misure amministrative che impediscono la loro libertà di movimento. Preoccupa inoltre l’approvazione imminente del cosiddetto “disegno di legge sulla sicurezza”, che rischia di restringere in modo significativo il diritto di esprimere dissenso e protesta pacifica. Questa proposta legislativa prevede la criminalizzazione di comportamenti pacifici, l’introduzione di reati vagamente formulati e l’inasprimento delle sanzioni, configurandosi come un forte strumento punitivo contro gli atti di protesta non violenta.

Amnesty International ha chiesto l’abrogazione o la modifica delle leggi che limitano o criminalizzano comportamenti tutelati dal diritto alla libertà di riunione pacifica e l’astensione dall’approvazione di normative volte a reprimere le proteste pacifiche e gli atti legittimi di disobbedienza civile.

Per quanto riguarda il reato di tortura, Amnesty International ha sottolineato l’assenza di misure per rafforzarne la prevenzione e, al contrario, la presentazione di proposte legislative volte ad abolirlo. Inoltre, l’Italia non ha ancora garantito che gli agenti delle forze di polizia possano essere identificati efficacemente durante lo svolgimento delle loro funzioni, come nelle manifestazioni pubbliche. L’organizzazione ha ribadito quindi l’importanza di mantenere il reato di tortura nel codice penale e di introdurre codici identificativi per gli agenti delle forze di sicurezza, visibili durante l’esercizio delle loro funzioni.

Infine, sull’istituzione di un’Autorità nazionale indipendente per i diritti umani (National human rights institution – Nhri), Amnesty International ha ricordato che, nonostante l’accettazione di raccomandazioni in tal senso nei cicli precedenti dell’Upr, tale organo non è stato ancora creato in conformità con i Principi di Parigi. Sebbene siano state presentate diverse proposte legislative, manca ancora la volontà politica di dare priorità a questa questione. Alcune proposte mirano a estendere il mandato del Garante per la protezione dei dati personali, ma ciò non soddisferebbe i requisiti stabiliti dai Principi di Parigi.

Amnesty International ha sollecitato l’Italia a istituire senza ulteriori ritardi un’Autorità per i diritti umani conforme agli standard internazionali.

Amnesty International Italia ribadisce la necessità che l’Italia intraprenda azioni concrete per migliorare il rispetto dei diritti umani, auspicando che la revisione ufficiale del 20 gennaio 2025 rappresenti un punto di svolta per il paese.

Ulteriori informazioni

L’Esame Periodico Universale (UPR) è uno degli strumenti principali di revisione periodica della situazione dei diritti umani in tutti i 192 Stati membri delle Nazioni Unite, con cadenza quadriennale. Questo processo, condotto dagli stati stessi, sotto la supervisione del Consiglio per i diritti umani, rappresenta un’opportunità per ciascun paese di illustrare le iniziative intraprese per migliorare la tutela dei diritti umani a livello nazionale e adempiere ai propri obblighi internazionali in materia di diritti fondamentali.