Patrick Zaki: altri 45 giorni di detenzione preventiva

27 Luglio 2020

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Aggiornamento del 27 luglio 2020In base a quanto riferito dalla sua avvocata, la detenzione di Patrick Zaki è stata prolungata di altri 45 giorni.

Il 26 luglio Patrick George Zaki, il prigioniero di coscienza egiziano in detenzione preventiva nel carcere di Tora al Cairo, ha preso parte per la prima volta a un’udienza del suo processo dal 7 marzo.

Patrick è stato visto dalla sua avvocata, ha perso visibilmente peso, ma le sue condizioni di salute sembrano buone. Resta alta, invece, la preoccupazione per il rischio contagio da Covid-19 in una prigione, quella di Tora, in cui il virus è entrato, e questo elemento oltre a quello dell’innocenza che rende veramente ancora più urgente la sua scarcerazione.

L’udienza è stata convocata senza preavviso: dopo estenuanti rinvii, la prima udienza del processo si era tenuta solo il 12 luglio. Nonostante gli avvocati di Patrick abbiano potuto presentare le ragioni per cui chiedono la scarcerazione, il giudice aveva deciso per prolungare la detenzione preventiva di ulteriori 45 giorni.

A febbraio c’era stata un’udienza anticipata, a sorpresa, che aveva fatto sperare tutti in un esito positivo – ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia –: ci fu una doccia fredda, quindi sono qui con tutte le dita incrociate, con i piedi per terra aspettando una buona notizia“.

Non è possibile, infatti, prevedere in che modo si esprimerà il Tribunale del Cairo: “Non è una questione nè di scaramanzia, nè di sfiducia, è imprevedibilità – spiega Noury –: il sistema giudiziario egiziano è arbitrario e anche imprevedibile. Spero che lunedì avremo modo di gioire però non mi spingo molto più avanti. La cosa che ci sia stato un fatto in mezzo a questo periodo di 45 giorni che sembrava infinito, di per sè è un elemento buono, positivo e che da speranza“.