Pena di morte: in cammino verso l’abolizione

13 Luglio 2020

Tempo di lettura stimato: 2'

di Chiara Sangiorgio, esperta di pena di morte di Amnesty International

In un periodo in cui gli attacchi ai diritti umani sembrano accentuarsi durante la crisi del Covid-19, il trend descritto dal nostro nuovo rapporto sulla pena di morte nel 2019 sembra andare contro corrente.

L’anno scorso abbiamo di nuovo riscontrato un declino nel numero di esecuzioni globali rispetto all’anno precedente.

Le esecuzioni che abbiamo documentato sono scese da almeno 690 nel 2018 ad almeno 657 nel 2019, raggiungendo il totale più basso che Amnesty International ha rilevato in più di 10 anni.

Questo dato continua a non includere le migliaia di esecuzioni che crediamo siano state effettuate in Cina, dove le cifre rimangono un segreto di stato. Questo declino è significativo per molti motivi.

Per il secondo anno di fila, abbiamo visto un calo considerevole nelle esecuzioni riportate in Iran, il secondo paese con il maggior numero di esecuzioni al mondo, a seguito di modifiche alla legge contro il traffico della droga. Ci sono state anche riduzioni importanti nelle cifre che abbiamo rilevato in Egitto, Giappone e Singapore, tutti paesi ferventi sostenitori della pena di morte.

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