Tempo di lettura stimato: 2'
All’indomani del voto dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha approvato per la terza volta dal 2007 una risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni capitali, Amnesty International ha sollecitato tutti gli Stati che ancora mantengono la pena di morte a proclamare immediatamente una moratoria, come primo passo verso la sua abolizione.
La risoluzione è stata adottata con 109 voti a favore, 41 contrari e 35 astensioni. Rispetto all’ultima votazione del 2008, il numero dei voti favorevoli è aumentato, mentre quello dei contrari è significativamente diminuito, a dimostrazione della costante tendenza globale verso la fine dell’uso della pena di morte.
‘Il voto del 21 dicembre invia ancora una volta un messaggio chiaro: l’omicidio premeditato di stato deve finire. La minoranza dei paesi che ancora continua a usare la pena di morte deve proclamare immediatamente una moratoria sulle esecuzioni, come primo passo verso l’abolizione di questa estrema negazione dei diritti umani’ – ha dichiarato José Luis Diaz, rappresentante di Amnesty International presso le Nazioni Unite a New York.
Nel 1945, quando le Nazioni Unite vennero fondate, solo otto stati avevano abolito la pena di morte per tutti i reati. Oggi, 136 dei 192 stati membri dell’Onu l’hanno abolita per legge o nella prassi.
Bhutan, Kiribati, Maldive, Mongolia e Togo hanno cambiato opinione dal 2008 e ora sostengono la moratoria. Come ulteriore progresso, le isole Comore, Nigeria, le isole Salomone e Thailandia, da contrari, sono diventati astenuti.
‘Questi cambiamenti positivi costituiscono un incoraggiante passo avanti verso l’abolizione della pena di morte nel mondo. Ora ci aspettiamo che, nelle leggi nazionali, vengano introdotte norme abolizioniste al più presto’ – ha proseguito Díaz.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite discuterà ancora sul tema alla fine del 2012.