Perché nessuna subisca quello che ho passato io

7 Febbraio 2015

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È durata anni la battaglia di Claudia. Era il 7 luglio 2012 quando questa donna messicana è stata arrestata da soldati della Marina. Non c’era un motivo per quell’arresto. Non ci saranno mai giustificazioni per le torture che le hanno inflitto.

Bendata e con le mani legate, è stata portata nella base navale di Veracruz dove ha subito scariche elettriche, percosse, minacce di stupro. Legata a una sedia per ore sotto il sole cocente. Fino a quando ha ceduto e ha firmato una confessione che non ha nemmeno letto.

Ma Claudia non è rimasta in silenzio, ha ritrattato la confessione e denunciato le torture. Amnesty International è stata al suo fianco. “Ci sono migliaia di donne che subiscono quello che ho passato io. Per questo ho deciso di denunciare, non voglio essere l’ennesima donna che rimane in silenzio per paura. Chiedo ad Amnesty International di accompagnarmi in questa battaglia. Io voglio giustizia”.

Il 7 febbraio, Claudia è stata finalmente assolta da ogni accusa relativa al possesso di armi. In questi due anni e mezzo, oltre 300.000 persone, in ogni parte del mondo, hanno firmato il nostro appello e fatto pressione sul procuratore generale messicano. Claudia non è stata sola e la sua battaglia è stata più forte perché persone come te credono nei diritti umani e scelgono Amnesty per costruire insieme un mondo più giusto.