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La Polizia nazionale ha fatto un uso eccessivo e non necessario della forza durante le proteste nel contesto della crisi politica in cui il Perú è precipitato dopo la decisione del parlamento di destituire il presidente della repubblica Martín Vizcarra.
Lo ha dichiarato Amnesty International dopo aver fatto visionare ai suoi esperti documentazione fotografica e filmata riguardante le proteste di massa iniziate il 10 novembre.
Nei casi esaminati dall’organizzazione per i diritti umani, agenti di polizia hanno aperto il fuoco, lanciato gas lacrimoneni, picchiato e immobilizzato persone in modo violento ed effettuato arresti, alcuni dei quali eseguiti da uomini in abiti civili che hanno rifiutato d’identificarsi.
La notte del 12 novembre, a Lima, la Polizia nazionale ha sparato a più riprese contro la folla che si era radunata nei pressi della sede della Corte suprema. In un video si vedono gli agenti aprire il fuoco in quattro occasioni mentre uno di loro grida “Uccidilo! Uccidilo!“.
La Polizia nazionale ha riferito che 11 agenti sono stati feriti da oggetti lanciati da manifestanti e che sono stati effettuati arresti, in numero non precisato, per “disturbo all’ordine pubblico, aggressione e resistenza a pubblico ufficiale“.
Nel corso della repressione delle proteste sono stati feriti quattro giornalisti. Amnesty International si è detta preoccupata anche per il clima intimdatorio nei confronti del Comitato nazionale di coordinamento sui diritti umani.
L’organizzazione ha sollecitato le autorità peruviane a non applicare la Legge sulla protezione della polizia che, in contrasto con le norme internazionali sui diritti umani, prevede l’impunità per gli agenti della Polizia nazionale che facciano uso eccessivo della forza.