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La paura e lo choc provocato dalla pandemia non ci ha reso più egoisti. A rivelarlo la ricerca su “Gli italiani e la solidarietà dopo il Coronavirus“, che anticipa la Giornata Internazionale del Lascito Solidale che si celebra il 13 settembre.
La ricerca è stata condotta nell’ultima settimana di giugno 2020 da Walden Lab per il Comitato Testamento Solidale, di cui facciamo parte insieme ad altre organizzazioni no profit.
L’indagine, che ha coinvolto un campione di 1000 casi rappresentativo dei circa 40 milioni di italiani di età compresa tra i 25 e i 75 anni, mostra che tra gli over 50, l’11% dichiara di aver pensato a un lascito solidale in seguito all’emergenza Covid-19, e sono 2 su 10 gli over 50 che hanno fatto o sono propensi a fare un lascito solidale in favore di un’organizzazione no profit, un totale di quasi 5 milioni e mezzo di persone.
L’incremento rispetto al passato è importante: nel 2018 la percentuale di chi prendeva in considerazione l’idea di un lascito solidale era inferiore di ben 8 punti, al 12%. Come dire: la pandemia ha cambiato la nostra visione della vita, ma non in peggio, visto che aumenta l’attitudine a pensare al futuro “degli altri”.
Parallelamente cresce in modo significativo la percentuale di chi dichiara di avere fatto testamento o di essere orientato a farlo: in 4 anni (dal 2016) si è passati dal 13% al 21%.
Il comitato Testamento Solidale è composto da 22 organizzazioni non profit: ActionAid, AIL, AISM, Associazione Luca Coscioni, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Mission Bambini, Progetto Arca, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, UICI e Vidas – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato.
Fare testamento è una scelta di civile previdenza e responsabilità.
Scegliendo di destinare una parte o l’intero patrimonio in eredità per un mondo più giusto significa concretamente aiutare i nostri ricercatori a condurre attività sul campo in difesa delle violazioni dei diritti umani.
Significa darci la possibilità di portare avanti campagne e progetti in difesa delle persone a cui i diritti e la dignità sono negati.