Polonia, due attivisti rischiano 10 anni di carcere per aver contestato i dati ufficiali sul Covid-19

11 Giugno 2020

Amnesty International

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Due attivisti, arrestati la notte del 10 e quella dell’11 giugno per aver affisso manifesti nella capitale polacca Varsavia in cui contestavano i dati ufficiali sulla diffusione della pandemia da Covid-19, rischiano fino a 10 anni di carcere.

L’accusa nei loro confronti è di “rapina” e “furto con scasso“, per aver rimosso il vetro a protezione degli annunci pubblicitari collocati in due fermate dell’autobus e avervi affisso i loro manifesti, senza peraltro portar via alcunché.

Si tratta di accuse assurde, il cui obiettivo è di punire coloro che intendono esprimere opinioni critiche nei confronti del governo.

Amnesty International ha sollecitato le autorità giudiziarie polacche ad annullare le accuse a carico dei due attivisti.