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Amnesty International ritiene che le autorità polacche non abbiano protetto adeguatamente i manifestanti alla “Marcia dell’uguaglianza” che si è svolta a Białystok il 20 luglio in un clima di profondo odio contro le persone Lgbti alimentato da esponenti politici e da alcuni mezzi d’informazione.
I 4000 partecipanti alla contromanifestazione, radunatisi nei pressi del previsto punto d’inizio della marcia, hanno insultato e aggredito le circa 1000 persone presenti, lanciando contro di loro petardi, sacchi d’immondizia, uova e pietre.
In questo clima di intimidazione e violenza – che ha anche impedito ad Amnesty International di svolgere l’azione di monitoraggio che aveva in programma – le forze di polizia, pur presenti con circa 700 uomini, non hanno saputo proteggere adeguatamente i partecipanti alla “Marcia dell’uguaglianza”.
La mancanza di misure di sicurezza ha fatto sì che i facinorosi potessero entrare in contatto con i manifestanti per picchiarli. Per sei volte i contromanifestanti hanno cercato d’impedire l’avanzata della marcia che ha dovuto cambiare più volte il percorso. Anche alla fine sono proseguiti insulti e aggressioni.
Amnesty International sottolinea che, prima e dopo lo svolgimento di manifestazioni, le autorità hanno l’obbligo di valutare le condizioni di sicurezza, anche in presenza di contromanifestanti, la cui azione non può e non deve limitare il diritto di manifestazione pacifica.
Amnesty International aveva già denunciato i crimini d’odio commessi in passato a Białystok, contro la piccola comunità locale di minoranze etniche e religiose. Questa nuova ondata di odio anti-Lgbti rappresenta un grave affronto alla dignità e dev’essere condannato senza mezzi termini dalle autorità, cui spetterà anche l’obbligo di indagare sui responsabili degli attacchi contro i partecipanti alla marcia del 20 luglio e portarli di fronte alla giustizia.