Post-terremoto ad Aleppo: le autorità siriane rispettino il diritto all’alloggio dei residenti

4 Settembre 2023

Abdulmonam Eassa/Getty Images

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Le autorità siriane devono rispettare il diritto all’alloggio dei residenti delle zone di Aleppo colpite dal terremoto del 6 febbraio.

Destano, infatti, preoccupazione le demolizioni illegali di edifici considerati instabili e le segnalazioni di ostacoli burocratici incontrati da coloro che cercano di riparare le loro abitazioni danneggiate.

“Sono passati ormai diversi mesi da quando, ad Aleppo, migliaia di persone hanno perso le loro case o hanno subito danni agli edifici in cui vivevano. Temiamo che la modalità di attuazione delle misure per valutare la stabilità delle abitazioni possa contribuire ad accentuare le sfide in cui si stanno imbattendo migliaia di sopravvissuti al terremoto”, ha dichiarato Diana Semaan, ricercatrice di Amnesty International sulla Siria.

“Le autorità siriane dovrebbero basare le loro azioni sul rispetto del diritto delle persone a un alloggio adeguato. Demolire abitazioni senza valide spiegazioni o senza una procedura corretta è una violazione delle norme e degli standard del diritto internazionale. Prima di procedere alle demolizioni, le autorità hanno il dovere di consultare le persone interessate, dare un preavviso e mettere a disposizione risarcimenti o alloggi alternativi in modo da assicurare che nessuno diventi senzatetto”, ha sottolinerato Semaan.

Tra aprile e luglio del 2023 Amnesty International ha intervistato tre operatori umanitari presenti ad Aleppo dopo il terremoto e sei abitanti della città e ha esaminato articoli di stampa e rapporti delle Nazioni Unite. Il suo Crisis Evidence Lab ha visionato filmati di demolizioni.

Anche prima del terremoto, Aleppo aveva subito gravi danni a causa dei bombardamenti illegali condotti dalle forze siriane e poi da quelle russe tra il 2012 e il 2016. Quell’anno, il governo ha preso il controllo della zona est della città, precedentemente occupata dalle forze di opposizione, dopo aver sottoposto decine di migliaia di civili ad assedi e bombardamenti causandone lo sfollamento forzato verso altre zone del nord della Siria controllate dall’opposizione.

Preoccupazioni per le demolizioni illegali

Il 20 febbraio 2023 il governatore di Aleppo ha dichiarato che il terremoto aveva colpito 13.000 famiglie e che, degli 11.551 edifici ispezionati, 220 erano stati demoliti per motivi di sicurezza e 303 erano in attesa di demolizione.

In seguito, in un’intervista rilasciata a un organo d’informazione statale, un ingegnere ha spiegato che gli edifici contrassegnati con un “rosso” da commissioni tecniche istituite dalle autorità per valutare la stabilità strutturale, avrebbero dovuto essere evacuati in quanto pericolosi per la sicurezza pubblica e poi demoliti.

Tuttavia, Amnesty International è stata informata da residenti e operatori umanitari che tali valutazioni non sono state fatte in modo meticoloso e che sono in corso demolizioni senza procedure corrette né garanzie contro gli sgomberi forzati, come richiesto dagli standard del diritto internazionale.

Molte delle commissioni tecniche hanno eseguito valutazioni a vista, che non possono determinare in modo preciso la stabilità di un edificio e che, di conseguenza, possono aver dato luogo a demolizioni non necessarie. I residenti non sono stati in grado di contestare le decisioni delle commissioni e spesso non hanno avuto tempo per portare via i loro beni.

Gli abitanti di Aleppo, intervistati da Amnesty International, hanno aggiunto che in molti casi le persone le cui abitazioni sono state demolite non hanno ricevuto risarcimenti né l’offerta di un alloggio alternativo. Ciò è particolarmente preoccupante dato che ad aprile le Nazioni Unite hanno riferito che il governo aveva chiuso la maggior parte dei rifugi temporanei allestiti per ospitare le persone che, nel terremoto, avevano perso le loro abitazioni.

Ostacoli alle riparazioni

I residenti le cui abitazioni sono state danneggiate dal terremoto hanno segnalato ad Amnesty International di non aver ricevuto indicazioni su come contattare le commissioni tecniche ai fini di una valutazione di stabilità. Inoltre, non hanno ricevuto alcun contributo finanziario dalle autorità per riparare i danni, attività per la quale peraltro è necessario un permesso rilasciato dalle autorità, difficile da ottenere tanto più se si tratta di edifici informali, che sono la maggior parte di quelli danneggiati.

Secondo un rapporto dell’International Crisis Group, per avere via libera per effettuare le riparazioni occorre conoscere qualcuno nelle forze di sicurezza o nelle milizie filo-governative.

Un abitante di Sheikh Maqsoud, uno dei quartieri assediati dal governo siriano, ha denunciato che il governo limita, se non impedisce del tutto, l’ingresso degli aiuti. I posti di blocco all’esterno del quartiere pretendono somme elevate per consentire l’ingresso dei materiali da costruzione.

“Invece di sottoporre a onerosi requisiti burocratici gli abitanti che vogliono riparare le case danneggiate dal terremoto, le autorità siriane dovrebbero assicurare che tutti i residenti ricevano adeguato sostegno tecnico ed economico, senza discriminazione”, ha concluso Semaan.