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Il 24 febbraio 2018 Amnesty International Italia ha per la prima volta inviato suoi osservatori a una manifestazione, quella organizzata dall’Anpi a Roma.
Il compito di questi osservatori, come previsto in altri progetti svolti all’estero, compresi quelli di Amnesty International, è quello di monitorare il comportamento delle forze di polizia schierate in una manifestazione con funzioni di ordine pubblico e verificare se questo rispetti o meno gli standard internazionali sull’uso della forza e altri standard rilevanti in tali contesti.
Si tratta, dunque, di un’attività di monitoraggio degli organi statali fondata sull’impegno assunto da tutti gli stati, a partire dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, non solo di rispettare i diritti umani fondamentali ma anche di rendere conto alla comunità internazionale e alle opinioni pubbliche del modo in cui lo fanno.
Alla manifestazione di Roma la presenza degli osservatori, facilmente rilevabili grazie a un’apposita pettorina, è stata comunicata in anticipo alla Questura e fatta notare ai responsabili delle forze di polizia.
Amnesty International Italia ha ricevuto due tipi di critiche: sulla scelta della manifestazione in cui effettuare il test e sugli obiettivi del progetto che non prevedrebbero un’analoga osservazione sul comportamento dei manifestanti.
Alla prima critica, rispondiamo che proprio perché si trattava di un test, è stata scelta una manifestazione che presentava scarsissimi rischi di violenza. In altre parole, è stato prevalentemente il comportamento degli osservatori a essere monitorato.
Quanto alla seconda, naturalmente Amnesty International è contraria a ogni forma di violenza, inclusa quella nei confronti di agenti di polizia che non di rado si trovano a prendere decisioni e ad agire in condizioni difficili e tese, nonché a reagire ad atti di violenza.
Proprio in condizioni del genere si dovrebbero osservare le caratteristiche della reazione: se o meno in linea con i criteri di necessità e proporzionalità stabiliti dal diritto internazionale. Evidentemente, in circostanze del genere verrebbero osservati anche i comportamenti dei manifestanti.
Il progetto è dunque di garanzia per tutti: per favorire l’incolumità dei manifestanti e tutelare la reputazione degli operatori delle forze di polizia che svolgano correttamente il loro lavoro. Viene svolto nella totale assenza di presunzione che le forze di polizia violeranno i diritti umani nelle manifestazioni.
Nessuno dovrebbe avere paura di questo progetto, perché non è contro alcuno. In uno stato democratico, una forza democratica non dovrebbe temere di essere osservata.
Infine, vogliamo sottolineare che agli osservatori di Amnesty International Italia è richiesto di non rilasciare dichiarazioni ai giornalisti e di non fornire immagini a terzi. Le immagini eventualmente riprese non saranno utilizzate a sostegno di eventuali azioni penali di terzi, ma saranno oggetto di report e raccomandazioni di Amnesty International destinati ai dirigenti di Polizia e al ministero dell’Interno.