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A seguito della decisione di un tribunale di Smirne di non rimettere in libertà Taner Kılıç, presidente di Amnesty International Turchia, il segretario generale dell’organizzazione per i diritti umani, Salil Shetty, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Nelle ultime 24 ore abbiamo visto all’opera in due modi opposti il volubile sistema giudiziario turco: a fronte di accuse in entrambi i casi infondate, con una mano ha ridato libertà mentre con l’altra l’ha tolta”.
“Il rilascio dei 10 difensori dei diritti umani di Istanbul della scorsa notte aveva ripristinato un minimo di fiducia nel sistema giudiziario della Turchia. Oggi, quella fiducia è svanita”.
“Le autorità turche hanno ripetutamente e pubblicamente presunto la colpevolezza di Taner Kılıç, sulla base di insinuazioni e di accuse prive di sostanza. Continueremo senza sosta a chiedere il rilascio del nostro presidente e l’annullamento delle accuse nei confronti di tutti i difensori dei diritti umani in Turchia”.
Ulteriori informazioni
Il giudice di Smirne ha accolto la richiesta della pubblica accusa di unificare il caso di Taner Kılıç con quello dei 10 difensori dei diritti umani arrestati a luglio nel corso di un seminario di formazione, sulla base degli inconsistenti motivi che egli fosse a conoscenza dei preparativi del seminario e fosse in contatto con la direttrice di Amnesty International, Turchia İdil Eser, in vista della partecipazione di quest’ultima.
Taner Kılıç è accusato di “appartenenza all’Organizzazione terroristica Fetullah Gülen”. Secondo l’accusa, avrebbe scaricato e utilizzato l’app di messaggistica Bylock, con la quale gli aderenti del movimento diretto da Gülen erano soliti comunicare. Tuttavia, due perizie indipendenti commissionate da Amnesty International sono giunte alla conclusione che sul telefono di Taner Kılıç quell’app non è neanche mai stata installata.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 26 ottobre 2017
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