Prigioni segrete Cia in Lituania: occorre riaprire le indagini

18 Gennaio 2011

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Il 14 gennaio 2011, con una decisione giudicata prematura da Amnesty International, il procuratore generale della Lituania ha chiuso le indagini sulla presunta collaborazione dei servizi di sicurezza (Ssd) del paese baltico coi colleghi statunitensi della Cia nell’allestimento e nella gestione di centri segreti di detenzione.

Nel dicembre 2009, una commissione parlamentare d’inchiesta aveva concluso che tali centri di detenzione erano effettivamente esistiti e che funzionari dell’Ssd dovevano essere posti incriminati per ‘abuso di potere’.

Il procuratore generale, motivando la sua decisione, ha affermato che i funzionari dell’Ssd in questione si erano resi responsabili di reati amministrativi non informando le autorità di governo su quanto era a loro conoscenza ma che, nel frattempo, era intervenuta la prescrizione.

Nel novembre 2010, una delegazione di Amnesty International aveva incontrato i magistrati che stavano conducendo l’inchiesta sulle prigioni segrete, consegnando loro un nuovo rapporto sulle crescenti prove della complicità dell’Europa nel sistema di rendition e detenzioni segrete. I delegati di Amnesty International avevano ottenuto assicurazioni che le indagini sarebbero andate avanti e non era stato loro fatto cenno ad alcun termine di prescrizione.

Secondo Amnesty International, vi sono ancora numerose prove da esaminare. La Lituania ha il dovere di indagare su queste prove in modo approfondito e imparziale. Chiudere le indagini significa impedire l’accertamento delle responsabilità su gravi violazioni dei diritti umani.