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Amnesty International ha accusato il governo del Sudan di essere responsabile della morte di un prigioniero, avvenuta il 21 ottobre 2009.
Ahmed Suleiman Sulman era stato arrestato dai servizi di sicurezza tra il 12 e il 13 maggio 2008 e condannato a morte ad agosto insieme ad altre 102 persone, per un attentato compiuto dal Movimento per l’uguaglianza e la giustizia, 72 ore prima, nella città di Omdurman. Da allora, si trovava nella prigione Kober, nella capitale Khartoum. Nelle prime ore dopo l’arresto era stato torturato.
In carcere, Sulman aveva contratto un’infezione ai polmoni, ma le autorità gli avevano negato le cure specialistiche indispensabili. A seguito dell’aggravarsi delle condizioni di salute, il detenuto era stato trasferito in tutta fretta in una struttura ospedaliera gestita dalla polizia. Il corpo, privo di vita, era ancora incatenato e mostrava evidenti segni di tortura.