Privacy, Apple ha tradito gli utenti cinesi: ecco come

22 Marzo 2018

Tempo di lettura stimato: 4'

La privacy di milioni di utenti cinesi di iCloud è a forte rischio dopo il trasferimento dei loro dati a un’ impresa mista con l’appoggio della Apple.

“La voglia di profitto di Apple sta ponendo gli utenti cinesi di iCloud di fronte a grandi rischi per la loro privacy”, ha dichiarato Nicholas Bequelin, direttore per l’Asia orientale di Amnesty International.

Cosa rischiano gli utenti cinesi

Il 28 febbraio Apple ha trasferito le attività del suo servizio iCloud per gli utenti cinesi a Guizhou-Cloud Big Data. Il trasferimento riguarda foto, documenti, contatti, messaggi e altri dati che gli utenti cinesi conservano sui server di Apple basati sul cloud.

Il 1° febbraio avevamo già scritto ad Apple sollevando preoccupazioni sui cambiamenti imminenti e avevamo chiesto all’azienda ulteriori informazioni. Apple non ha ancora risposto.

Le leggi cinesi danno al governo un accesso pressoché illimitato ai dati archiviati in Cina senza adeguate garanzie per la protezione della privacy, della libertà d’espressione e di altri diritti umani fondamentali.

Di conseguenza, gli utenti cinesi di Internet rischiano il carcere per aver semplicemente espresso, comunicato o cercato informazioni o punti di vista sgraditi alle autorità.

La legislazione entrata in vigore in Cina nel 2017 richiede ai servizi di cloud di essere gestiti da aziende cinesi, il che significa che compagnie come Apple devono scegliere se abbandonare il mercato cinese o accettare imprese miste con partner cinesi.

La nostra campagna

Per sollecitare Apple e il governo cinese, abbiamo lanciato una nuova campagna sui social media, in cui contestiamo ad Apple il tradimento di milioni di utenti cinesi di iCloud i cui dati personali saranno sconsideratamente a disposizione del governo cinese.

Il direttore generale di Apple sarà a Pechino dal 24 al 26 marzo per co-presiedere, un importante forum economico, il China Development Forum, il cui obiettivo è di rafforzare le relazioni tra il governo cinese e i leader economici mondiali.

La campagna prenderà il via proprio mentre Tim Cook atterrerà a Pechino e richiamerà il noto spot tv di Apple, “1984”, di sapore orwelliano.

Diretto da Ridley Scotti, lo spot di Apple “1984” è considerato una delle più grandi pubblicità nella storia della tv commerciale.

Rifacendoci a quel famoso spot tv, abbiamo riadattato lo slogan in questo modo: “Tutti gli utenti di Apple sono uguali ma alcuni sono meno uguali di altri”.

“Quello spot che ha fatto la storia prefigurava un futuro distopico. Ora Apple sta contribuendo a realizzarlo. Tim Cook predica l’importanza della privacy ma per gli utenti cinesi questi impegni sono privi di significato. Sono puro bispensiero”, ha proseguito Bequelin.

Mentre Apple può sostenere che tratta i suoi clienti in modo uguale, alcuni di loro sono meno uguali di altri. I profitti non dovrebbero mai minacciare la privacy. Ora è il momento che Apple pensi differente riguardo alla privacy di milioni di clienti cinesi”, ha sottolineato Bequelin.