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Un periodo intenso di sentenze su fatti avvenuti in Italia e che coinvolgono, in qualche modo, le forze di polizia, lascia perplessi l’assoluzione con formula piena dell’agente che, la notte del 31 luglio 2011, sparò due colpi di pistola contro Dino Budroni al termine di un inseguimento sul Grande raccordo anulare di Roma.
A fronte delle richieste di condanna dell’agente, formulate a vario titolo sia dal difensore di parte civile che dal pubblico ministero, la sentenza del 16 luglio dice categoricamente che quella notte non fu commesso alcun reato, neppure colposo. Leggeremo con attenzione le motivazioni della sentenza per comprendere come mai sia stato possibile escludere un uso eccessivo della forza letale.