Perché Amnesty International Italia mette in campo un progetto di Osservazione delle manifestazioni?

Da anni, la nostra Organizzazione svolge un lavoro di monitoraggio che ha per oggetto le eventuali violazioni dei diritti umani commesse da parte di membri delle forze di polizia – in Italia, come nel resto del mondo – e segue con particolare attenzione, da una parte, il tema dell’introduzione di numeri o codici identificativi ben visibili sulle uniformi degli agenti impegnati in attività di ordine pubblico, dall’altra, quello dell’utilizzo di pratiche contenitive in occasione di fermi o arresti.

Le manifestazioni si verificano oggi più spontaneamente e in modo più reattivo, in risposta a eventi che suscitano sentimenti di preoccupazione o ingiustizia nell’opinione pubblica, e sono emerse nuove sfide legate alla gestione dell’ordine pubblico. Nonostante siano organizzate con intenti pacifici, le manifestazioni possono terminare con atti di violenza condotti dai manifestanti o da gruppi di persone esterne all’iniziativa o dalle stesse forze di polizia che dovrebbero garantire l’ordine pubblico.

Nell’ambito del suo più ampio programma “Spazi di libertà”, Amnesty International Italia intende contribuire a far sì che le libertà di espressione e manifestazione in Italia siano pienamente garantite, in accordo con il diritto internazionale, che le manifestazioni si svolgano senza rischio per l’incolumità delle persone e che siano garantite trasparenza e responsabilità sull’uso della forza in contesti di piazza.

Con questo progetto, Amnesty International vuole presidiare lo spazio di libera e pacifica manifestazione pubblica affinché sia assicurato il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone che vi partecipano.

 

Chi sono e cosa fanno gli Osservatori?

Si tratta di attivisti, quindi volontari di Amnesty International, che sono presenti, insieme a una o più persone di staff, in situazioni di gestione di ordine pubblico per osservarne lo svolgimento. Ad oggi la Task Force è formata da 26 persone provenienti da varie parti d’Italia e con diverse esperienze di studio e lavoro, selezionate e formate per riconoscere eventuali violazioni dei diritti umani.

Gli Osservatori monitorano il comportamento delle forze di polizia schierate in una manifestazione con funzioni di ordine pubblico, verificando se questo rispetti o meno gli standard internazionali sull’uso della forza e altri standard rilevanti. Questa attività ha l’obiettivo di favorire l’incolumità dei manifestanti e tutelare la reputazione degli operatori delle forze di polizia che svolgono correttamente il loro lavoro.

Laddove presenti, gli Osservatori sono facilmente individuabili grazie a un’apposita pettorina di colore bianco. La loro presenza viene inoltre comunicata in anticipo alla Questura competente, fatta notare ai responsabili delle forze di polizia, in loco e agli organizzatori della manifestazione.

 

Quanto dura il progetto “Osservatori”?

Il progetto, è partito a novembre 2017 con la formazione del gruppo di Osservatori. La prima attività di osservazione si è svolta a Roma, durante la manifestazione organizzata dall’Anpi il 24 febbraio 2018. Durante questi anni la task force è stata presente con i suoi osservatori a 18 manifestazioni: cinque nel 2018 (due a Roma, Firenze, Milano e Torino) cinque nel 2019 (due a Roma, Taranto, Milano, Napoli), cinque nel 2020 (due a Roma compreso il monitoraggio di uno sgombero campo rom, Catania, Torino e Venezia), due manifestazioni nel 2021(Trieste e Roma) e una manifestazione a Torino a febbraio 2022. Essendo al momento il gruppo costituito solo da 26 persone che svolgono un’attività di tipo volontario, non sarà possibile essere presenti a ogni manifestazione o situazione di gestione dell’ordine pubblico. Per ogni evento sono previsti in media 6 – 8 osservatori. Per la scelta delle manifestazioni vengono considerati una serie di criteri che, nel loro complesso, portano a una valutazione di utilità, fattibilità e funzionalità della presenza degli Osservatori in piazza. Fondamentale in ogni valutazione resta il criterio dell’incolumità fisica dei volontari. Gli Osservatori andranno in tutte le manifestazioni in cui sarà fattibile, funzionale e sufficientemente sicuro andare, senza discriminazioni di orientamento politico o di altro genere.

 

Siete preoccupati per eventuali violazioni dei diritti umani che possono avere luogo durante una manifestazione. I diritti umani di chi?

I nostri Osservatori monitorano le eventuali violazioni dei diritti umani da parte di agenti dello stato nei confronti dei manifestanti, in caso di uso eccessivo della forza o abuso di potere. Certamente, documentare il corso degli eventi durante una manifestazione di piazza, comporta l’osservazione dei comportamenti di tutte le parti presenti, e quindi anche dei comportamenti dei manifestanti, senza alcun tipo di discriminazione. Ciò quindi tutela anche le forze di polizia, che spesso si trovano a dover prendere decisioni e ad agire in condizioni difficili e tese, nonché a reagire ad atti di violenza. Si tratta di una forma di monitoraggio previsto in altri paesi.

 

Come intendete utilizzare le immagini e le altre informazioni raccolte?

La documentazione raccolta degli accadimenti oggetto di preoccupazione della nostra Organizzazione, e quindi di eventuali violazioni dei diritti umani, sarà esclusivamente oggetto di rapporti e raccomandazioni pubbliche di Amnesty International alle istituzioni e alle forze di polizia.

 

Per violazione dei diritti umani e uso eccessivo della forza da parte delle forze di polizia cosa si intende?

In linea con i Principi di base delle Nazioni Unite sull’uso della forza, i governi e le forze di polizia devono riconoscere che partecipare a manifestazioni e assemblee legittime e pacifiche è un diritto sancito nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nel Patto internazionale sui diritti civili e politici.

Le forze di polizia, in quanto rappresentanti dello stato, hanno l’obbligo previsto dal diritto internazionale di rispettare e proteggere i diritti umani e, per quanto riguarda la gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni e le assemblee pacifiche, quello di garantire i diritti alla libertà di espressione e riunione pacifica, alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona; così come il diritto a essere liberi dalla tortura o da altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Ciò include anche l’obbligo di consentire alle persone di esercitare il diritto di riunione pacifica senza porre restrizioni ulteriori a quelle consentite dalle norme internazionali. Le forze di polizia devono quindi facilitare le manifestazioni e le assemblee in modo da garantire che i partecipanti possano esercitare questi diritti e devono altresì adottare misure efficaci per garantire la sicurezza pubblica e il diritto di tutti all’incolumità fisica, in tali circostanze.

Amnesty International riconosce il diritto degli agenti delle forze di polizia di difendersi e il loro dovere di proteggere la sicurezza dei manifestanti. Ciò dovrebbe tuttavia essere svolto in modo tale da garantire il pieno rispetto del diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza di tutte le persone coinvolte, comprese quelle sospettate di reato, ed è soggetto a rigide misure di salvaguardia dei diritti umani, come stabilito nel Codice di condotta delle Nazioni Unite per le forze di polizia del 1979 e nei Principi di base delle Nazioni Unite sull’uso della forza e delle armi da parte di agenti delle forze di polizia del 1990.

Le forze di polizia impegnate nella gestione dell’ordine pubblico sono quindi tenute a ricorrere alla forza solo quando è assolutamente necessario per il raggiungimento di un obiettivo legittimo di applicazione della legge (art. 4, Principi di base sull’uso della forza). Devono ridurre al minimo i danni e proteggere le persone (art. 5, Principi di base sull’uso della forza). Non devono ricorrere all’arresto e alla detenzione arbitraria né alla tortura o ad altri maltrattamenti nei confronti di organizzatori, partecipanti o altri (art. 6, Principi di base sull’uso della forza). Non devono usare armi da fuoco tranne nel caso di difesa contro una minaccia imminente alla vita o di lesioni gravi (art. 7, Principi di base sull’uso della forza).

 

La vostra azione è rivolta alle forze di polizia e non ai manifestanti. Siete contro la polizia?

No. Amnesty International ha fiducia verso tutte le Istituzioni dello stato che hanno il ruolo di proteggere e tutelare le persone presenti nel nostro paese e non interferisce in nessun modo con il loro operato. Il lavoro di monitoraggio viene svolto nella totale assenza di presunzione che le forze di polizia violeranno i diritti umani nelle manifestazioni osservate. Gli Osservatori sono espressione di una società civile che fa quello che le è proprio: vivere lo spazio pubblico, promuovendo una cultura di trasparenza e di rispetto dei diritti umani, diritti di tutti. Questo progetto non è contro qualcuno, ma a tutela di tutti. In uno stato democratico, una forza democratica non dovrebbe temere di essere osservata, ma farsi garante di tutti gli spazi di libertà, anche di quello rappresentato da questa forma di attivismo.

 

Cosa si intende per standard internazionale?

Il diritto di riunione e assemblea pacifica è riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei diritti umani e da altri standard internazionali sui diritti umani a livello internazionale e regionale.

Con standard internazionali rilevanti, si intende il quadro normativo internazionale e regionale di riferimento sui diritti umani, al cui interno troviamo norme, raccomandazioni, principi e linee guida emanati da organizzazioni internazionali e regionali (es. Nazioni Unite e Consiglio d’Europa) che indicano agli Stati il comportamento da tenere in relazione a determinate materie o circostanze. Nel caso si tratti di dichiarazioni e raccomandazioni, gli Stati devono utilizzarli come riferimento e guida del proprio comportamento, nel caso si tratti invece di convenzioni e trattati ratificati, gli Stati sono tenuti ad attenervisi in modo obbligatorio.

 

Quali sono i principali standard di riferimento sull’uso della forza che le forze di polizia devono rispettare?

UN Basic Principles on the Use of Force and Firearms by Law Enforcement Officials
UN Code of Conduct for Law Enforcement Officials
UN Guidelines for the Effective Implementation of the Code of Conduct for Law Enforcement Officials
UN Principles on the Effective Prevention and Investigation of Extra-Legal, Arbitrary and Summary Executions
UN Declaration on the Protection of All Persons from Enforced Disappearances
UN Convention against Torture and Other Cruel, Inhuman or Degrading Treatment or Punishment
UN International Covenant on Civil and Political Rights
UN Standard Minimum Rules for the Treatment of Prisoners (hereafter referred to as Standard Minimum Rules)
UN Body of Principles for the Protection of All Persons under Any Form of Detention or Imprisonment (hereafter referred to as Body of Principles)
UN Convention on the Rights of the Child
UN Rules for the Protection of Juveniles Deprived of their Liberty
UN Declaration on the Elimination of Violence against Women
UN Declaration of Basic Principles of Justice for Victims of Crime and Abuse of Power
UN Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination Against Women (CEDAW)
Universal Declaration of Human Rights
Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms, better known as the European Convention on Human Rights
European Code of Police Ethics

 

Perché nelle vostre dichiarazioni fate un mero riferimento ad atti di violenza ma non esprimete mai una condanna nei loro confronti?

Il nostro ruolo prevede l’osservazione dell’andamento della manifestazione, con particolare riferimento all”uso della forza da parte delle forze di polizia. questo significa che monitoriamo se alle persone viene permesso di esercitare il diritto di riunione pacifica senza restrizioni non necessarie o interventi non in linea con gli standard internazionali sull’uso della forza che si riferiscono ai principi di necessità, proporzionalità, legalità e accertamento delle responsabilitá.
(per approfondire: guida all’uso della forza e delle armi da fuoco vai a questo link https://www.amnesty.org.uk/files/use_of_force.pdf)